La Meiassa - Da Natale al Carnevale, il dolce tipico del rodigino e del Polesine

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La Meiassa – Da Natale al Carnevale, il dolce tipico del rodigino e del Polesine

E’ un dolce caratteristico del Natale e del Carnevale, noto con vari nomi a seconda della zona del Polesine in cui ci si trova: Smegiaza, Miassa, Smeada, Smiassa. A casa mia si chiama Meiassa. Era un dolce che anticamente, prima dell’arrivo delle cucine a legna, veniva cotto sotto le ceneri. Gli ingredienti posso variare a seconda dell’area geografica in cui viene preparato. Tali cambiamenti sono legati al fatto che, in passato, le materie prime a disposizione erano diverse a seconda del territorio in cui ci si trovava. Col passare degli anni, queste sono entrate a far parte delle tradizioni locali, diversificandone quindi la ricetta in base al paese. Perciò, anche in zone limitrofe, si possono riscontrare grandi differenze.

L’ingrediente protagonista di questo dolce può essere, per questo motivo, di vario tipo: farina di mais, zucca, patate dolci, castagnaccio o pane raffermo messo in ammollo. Poi ci sono gli altri alimenti che fanno la grande differenza del piatto. Il loro uso dipendeva dalle disponibilità economiche della famiglia in cui questo dessert veniva preparato: canditi, uvetta, pinoli, scorze di limone, mele, fichi secchi. Pensate che qualcuno metteva addirittura i ciccioli di maiale al posto delle mele e usava l’acqua della cottura del musetto (cotechino) per ammollare il pane. Snaturava completamente il concetto di Meiassa, secondo il mio modesto parere, trasformandola in una pinza salata.

Impariamo a non sprecare cibo

Per dolcificarlo si usava la melassa, un sottoprodotto del saccarosio ottenuto dalla barbabietola. Solo i più benestanti potevano permettersi lo zucchero. Avrà preso il nome da questo prodotto dunque? Assolutamente errato. Pare la sua origine sia da ricercare nel migliaccio, torta fatta con il sangue di maiale e la farina di miglio. La Meiassa è di sicura origine contadina. Molto probabilmente risale al Medioevale. Di sicuro l’introduzione dell’uva passa e dei canditi è avvenuta a posteriori in epoca Risorgimentale.

Una pietanza intelligente che sfruttava il cibo avanzato nelle case. Arte che spesso in passato i nostri avi mettevano in pratica e che fortunatamente sta ritornando anche nelle nostre abitazioni per far fronte a sprechi eccessivi. La mia ricetta per la Meiassa è stata tramandata oralmente a mia mamma da sua nonna. Noi utilizziamo il pane raffermo. Al tempo si usava il tagliapane per affettarlo. Era un utensile presente in ogni cucina. Una sorta di tagliere, con un coltello fissato ad una estremità tramite uno snodo che permetteva di muoverlo. Era utilissimo, in quanto un tempo si faceva grande impiego del pane duro e stantio soprattutto nelle zuppe.

Come preparare un’ottima Meiassa

INGREDIENTI:
pane raffermo;
latte;
150 g zucchero circa;
100 g burro;
4 uova;
1 bicchierino di rum (possibilmente alle mandorle);
uva passa;
cedrini;
pinoli.

PROCEDIMENTO:

Mettete del pane raffermo in una grande terrina assieme al burro. Versateci sopra il latte bollente tale da bagnarlo completamente e lo zucchero. Lasciate riposare anche un’intera notte, in modo da essere certi che il pane abbia assorbito in modo adeguato il latte. Aggiungete uova, liquore (originariamente si usava la grappa), uvetta, cedrini e pinoli (il quantitativo varia a seconda dei gusti. La mia bisnonna a volte aggiungeva noci e nocciole tritate, fichi secchi, fette di mele, bucce di arancia. Dipendeva da ciò che aveva a disposizione in casa). Mescolate e tenete presente che l’impasto deve essere piuttosto consistente, tipo polenta. Imburrate una teglia, senza apertura laterale perché tende a fuoriuscire il liquido dalle fessure che invece serve alla torta per restare morbida e umida. Consiglio di usare la carta da forno. Mettete sopra il dolce qualche fiocco di burro in modo che la crosta resti un più i morbida. Infornate a temperatura moderata, massimo 180°, anche per un paio d’ore. Il colore del dolce deve essere ambrato. Servite tiepida possibilmente con un  buon bicchiere di Prosecco.

Per quanto riguarda le dosi degli ingredienti, solo il tempo e l’esperienza vi permetteranno di trovare i quantitativi perfetti alle vostre esigenze. Il bello di cucinare è proprio la possibilità di sperimentare varianti.
Buon divertimento e buon appetito!

Foto Agriturismoitalia e Cucchiaio

La Meiassa – Da Natale al Carnevale, il dolce tipico del rodigino e del Polesine ultima modifica: 2018-02-12T11:08:47+01:00 da Sibilla Zambon
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