San Bellino – La festa del Patrono di Rovigo tra leggenda e realtà – itRovigo

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San Bellino – La festa del Patrono di Rovigo tra leggenda e realtà

San Bellino sulla facciata di palazzo Roverella

“Da San Belin la neve sul camin” ovvero in questo giorno ormai è arrivato il tipico freddo dell’Inverno se non addirittura la prima neve.

Storia

San Bellino è il santo patrono di Rovigo e si festeggia il 26 Novembre. Il santo è di origine tedesca e si ritiene sia nato nel 1090. Vescovo di Padova voluto dal Papa per la sua caratteristica di riuscire a condurre sulla strada giusta gli uomini, con la speranza che riuscisse a sedare tutte le diatribe e lotte in atto in quel periodo tra clero e popolo. Bellino riprese possesso di molte ricchezze che erano della Chiesa. Lottò anche per alcuni terreni che la famiglia dei Capovacca continuava ad occupare ingiustamente.

L’imboscata

Nel 1147, mentre era in viaggio probabilmente verso Badia Polesine, fu ammazzato da sicari assoldati proprio da questa famiglia, nella boscaglia di Fratta Polesine, in via Vespara, nell’omonimo paese. Era il 26 Novembre. Aggredito dai cani rabbiosi dei sicari, fu ucciso trucidato a pugnalate proprio da questi briganti che lo lasciarono lì. La gente, udendo le urla, si precipitò a vedere e trovandolo morto esanime a terra, lo seppellì nella chiesa di S. Giacomo, in un’arca di marmo.

Martire del Signore

Numerosi i miracoli che fin da subito gli furono attribuiti e così il pontefice Eugenio III lo dichiarò martire del signore. A causa di un’inondazione del fiume Po, la Chiesa venne coperta dal fango e il suo corpo restò per anni sotto le macerie.

Il ritrovamento

Dopo ben 137 anni cominciarono le bonifiche di quella zona. Giovanni Dalla Fratta, a cui toccò quel terreno, decise di scavare tra fango e neve, per trovarlo. Aiutato dal figlio, trovò l’arca e con un numero consistente di buoi, tentò di disseppellirla. Ma non bastarono e quindi aggiunse due esili mucche a capo del gruppo. Riuscirono nell’impresa e si diressero verso la chiesa di San Pietro e Paola a Fratta Polesine. Alla chiesa di San Martino di Variano le mucche però si fermarono e non ci fu più verso di riuscire a farle proseguire. Sembra che a questo punto Giovanni abbia buttato a terra la sua verga di pero che mise radici, si protese verso l’alto germogliando e fiorendo. Dio era stato molto chiaro e le spoglie  vennero messe nella chiesa.

I miracoli

Molte le persone che si recavano a pregarlo e venerarlo per ottenere miracoli sulla salute o sugli infortuni. Ma soprattutto per essere guariti dalla rabbia proprio come quella che avevano i cani dei sicari che l’avevano aggredito. Si racconta che anche la chiave della chiesa abbia la stessa capacità di preservare dalla rabbia. Sia la chiesa che il paese presero poi il suo nome.

Protettore dei cani

San Bellino protettore dei cani

Viene ricordato anche come protettore dei cani e per questo il 26 Novembre i cani vengono lasciati liberi. Una mia cara amica, il giorno di San Bellino usa mettere un fiocco rosso al collo dei suoi amici a 4 zampe in forma di rispetto e amore verso il protettore dei pelosetti! Piccoli gesti che aiutano a ricordare la nostra storia, la nostra tradizione.

Il Patrono

San Bellino è diventato il nostro patrono oltre ad essere anche quello di Adria. Molti sono i luoghi nella nostra città dove possiamo incontrarlo, come:

  • sulla lapide sul lato affacciato al Corso del Popolo del palazzo Roverella, è inciso che offre la città alla Madonna con il Bambino in braccio;
  • sotto forma di statua all’interno della Rotonda. 

La seconda versione

Esiste una seconda versione che vede Bellino ucciso dai briganti senza menzione alcuna ai cani rabbiosi.  Probabilmente per paura che la figura dell’ animale prenda una connotazione negativa. Infatti viene attribuita al cane la scoperta del corpo, facendolo passare come eroe.
Personalmente credo che  il messaggio della prima storia, fosse decisamente più  spettacolare e profondo. Il cane non è visto come elemento cattivo o inquietante ma banalmente come animale malato di rabbia che viene utilizzato in maniera errata dai sui padroni e sfruttato pure nel dolore. Messaggio per altro molto attuale. In più San Bellino decide di aiutare a guarire da questo tipo di disturbo, non riservando alcun tipo di rancore. Più che mai sono convinta che questi insegnamenti siano da valorizzare in una società come la nostra, in cui non si fa nulla per niente, si educa spesso alla violenza e il perdono fatica ad essere concepito.

Ringraziamo Pamela Tomaini per la foto di Margot e Gilda. Foto di copertina : Roberto Ciciliato.

San Bellino – La festa del Patrono di Rovigo tra leggenda e realtà ultima modifica: 2017-11-26T09:00:17+01:00 da Sibilla Zambon

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