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Antonio Rossaro, il sacerdote insegnante ed irredentista

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Nel quartiere Tassina c’è una strada a lui intitolata anche se, ammetto, non sapevo molto sulla sua persona prima di scrivere l’articolo dedicato ai periodici stampati a Rovigo prima dell’emanazione delle leggi sulla stampa del governo fascista del Ventennio. Mi sono imbattuto sulla sua figura che mi ha subito affascinato e che, a mio avviso, era meritevole di un approfondimento a lui dedicato. Antonio Rossaro nasce a Rovereto (Trento), l’8 giugno 1883. Egli, dopo gli studi al Collegio di San Giuseppe, nel Torinese, completa quelli teologici proprio nel seminario di Rovigo. Qui è ordinato sacerdote il 1 di aprile del 1911. Inizia ad insegnare nel collegio dell’Angelo Custode, nel capoluogo Polesano. Insegnò poi nel Collegio dell’Angelo Custode a Rovigo.

Antonio Rossaro, l’antiaustriaco

Il sacerdote è irredentista e convintamente antiaustriaco, ciò dovuto anche all’ambiente familiare, in cui si contano due zii garibaldini. Diviene presto animatore dei gruppi esuli trentini a Rovigo e per questo viene condannato, da un tribunale austriaco, in contumacia, di alto tradimento. Nella città Polesana fonda e dirige, dal gennaio 1917, la rivista “Alba Trentina“, dedicata in larga parte alla partecipazione dei trentini alla Grande Guerra. La rivista, scritta per buona parte da lui stesso, comprende articoli anche a sfondo letterario, componimenti poetici, storie dal Risorgimento. Il tutto in chiave patriottica, dando ampio spazio a testimonianze, documenti e memorie soprattutto su due personaggi simbolo di Rovereto: Damiano Chiesa e Fabio Filzi.

Nel novembre 1920 trasferisce la direzione della sua rivista a Milano. Qui insegna all’Istituto Bognetti e poi torna, dall’ottobre del 1921, nella sua Rovereto. Il mese successivo viene nominato direttore della Biblioteca civica di Rovereto, carica che ricopre fino alla fine dei suoi giorni. Nella ultime settimane della guerra il materiale della Biblioteca, viene trasferito a Trento. Quando rientra, Antonio Rossaro inizia a ricatalogare il tutto per soggetto, con un’attenzione particolare ai manoscritti, a volte compilando il tutto di persona. Può, il 30 marzo del 1923, riaprire la Biblioteca per cui si adopera con passione affinché essa possa arricchire il suo patrimonio. Soprattutto con donazioni e lasciti ed acquisendo importanti archivi quali quello della giurisdizione dei Conti di Lodron e quello della Congregazione di Carità.

L’impegno civile

Anche dopo il suo rientro a Rovereto, Antonio Rossaro si adopera a favore della popolazione che aveva subito tribolazioni durante il periodo bellico. Organizza soccorsi e si fa promotore della realizzazione di vari monumenti, tra cui la Campana ai Caduti. Per quest’ultima iniziativa coinvolge tutte le nazioni belligeranti in modo che la Campana venga fusa con i cannoni degli eserciti e battezzata, simbolicamente, con l’acqua dei fiumi più rappresentativi del conflitto. E’ anche tra i promotori del Museo storico della guerra. Saluta con entusiasmo il patriottismo fascista (fin dalla marcia su Roma) e rimane fedele a questo credo politico fino alla sua caduta pur essendo fermamente contrario all’alleanza con la Germania.

Negli ultimi anni lavora intensamente ad un dizionario sugli uomini illustri del Trentino, che però, purtroppo, rimane incompiuto. Scrive anche una guida, nel 1937, sulla sua città con vari articoli di storia locale. Pubblica poi il catalogo degli incunaboli della Biblioteca Civica e qualche articolo su “Accademie e Biblioteche d’Italia“. Diviene socio corrispondente della Deputazione di storia Patria per le Venezie e membro dell’Accademia dei Concordi di Rovigo.

Fonte: Associazione Italiana Biblioteche. Foto: Fondazioneoperacampana.it

Antonio Rossaro, il sacerdote insegnante ed irredentista ultima modifica: 2020-06-29T16:02:48+02:00 da Alessandro Effe

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