Il Festival Biblico a Rovigo ha ospitato un evento straordinario: si tratta di Fratelling, la fraternità vista dai giovani,un laboratorio di Street art con l’artista Luca Vallese, in arte Zentequerente, aperto ai ragazzi dai 15 ai 19 anni; ed è attraverso le forme e i colori, che i giovani partecipanti hanno raccontato come il desiderio di fraternità diventa scenario per tutti. La fraternità, dunque, come strada possibile.
Una guida d’eccezione, Luca Vallese, Zentequerente
Nell’ambito del Festival Biblico, l’Associazione Giovani Smile S. Pio X e la Cooperativa Sociale Di Tutti i Colori, con la collaborazione del Servizio diocesano di Pastorale Giovanile, hanno reso possibile lo svolgimento di uno straordinario laboratorio artistico aperto ai giovani; l’artista Luca Vallese, Zentequerente, ha diretto quindi le varie fasi della realizzazione dell’opera di Street art; un magnifico pannello multicolore ricco di significati ha fatto così da scenario agli eventi del Festival.
Cos’è Fratelling e cosa esprime secondo i giovani partecipanti del laboratorio
Fratelling esprime la fraternità vista da noi giovani. Lo spazio della fraternità è la strada; lungo la via le vite si intrecciano, possono quindi diventare storie da raccontare e da ascoltare; spesso sono i muri delle case abbandonate o i sottopassi grigi della città a diventare custodi di storie di fraternità; Fratelling è arte a servizio della fraternità; arte di strada che si intreccia con la professionalità dell’esperienza; voglia di raccontarsi; Fratelling è un laboratorio di Street Art con Luca Vallese, i Giovani Smile S. Pio X e la Cooperativa Sociale Di tutti i Colori; qui abbiamo dato forma e colore al nostro racconto.
Analisi dell’opera realizzata con Fratelling per il Festival
I giovani partecipanti di Fratelling, oltre ad aver contribuito tutti insieme alla realizzazione concreta dell’opera, hanno analizzato in profondità il suo significato;
In questo murales noi ragazzi abbiamo espresso il concetto di fratellanza, rappresentato a nostro modo: al centro si trovano due mani, diverse tra loro per dimensioni e colore; insieme rappresentano le diverse culture ed etnie. Le dita quasi si toccano per formare un infinito. Il simbolo dell’infinito che tutti conosciamo può essere accostato ad una figura obliqua di due occhi.
Per alcuni questo simbolo rappresenta, secondo un’interpretazione in chiave moderna, l’eternità. Tuttavia secondo altre interpretazioni la connessione con l’infinito deriva dal suo originario significato di perfezione, dualità e di flusso vitale costante. Sullo sfondo si staglia un coloratissimo mandala con forme sia geometriche che astratte, come ad esempio la nuvola. Il mandala richiama il concetto di fratellanza in quanto per noi essa è direttamente collegata alla natura e alle sue creature, celebrata da San Francesco nel Cantico delle Creature. I disegni sopra al mandala sono stati fatti da ognuno di noi, volti a rappresentare la propria visione di fratellanza più nello specifico. Ognuno di noi viene da una realtà ed ha un modo differente di esprimersi. Colorare un mandala ci fa esprimere il nostro stato d’animo interiore; non solo, purifica l’anima e mette in comunicazione con le forze positive dell’Universo.
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