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Il Museo dei Grandi Fiumi ha riaperto al pubblico

Museo Gradni Fiumi Ingresso4

Il Museo dei Grandi Fiumi il 4 febbraio ha riaperto al pubblico; è stata lunga e sofferta la chiusura dovuta all’emergenza sanitaria da Covid-19.

Ingresso Museo Gradni Fiumi Da Facebook
Foto: pagina Facebook del Museo dei Grandi Fiumi

L’accesso è contingentato; il numero massimo di visitatori all’interno di ciascuna sala non può superare le 5 persone; al massimo 7 in caso di gruppi di familiari conviventi; la visita ha la durata massima di 60 minuti. Questi limiti si attengono a norme di maggior tutela dei visitatori; sono determinati in base alle caratteristiche degli ambienti museali. Ne consegue che, per consentire la gestione dei flussi con la massima sicurezza, sia obbligatorio effettuare la prenotazione; è possibile farlo attraverso la pagina del sito web della società Aqua S.rl.; che è l’ente che gestisce le attività del museo.

Il percorso espositivo del Museo dei Grandi Fiumi

L’esposizione permanente illustra le conoscenze archeologiche sul Polesine. Il percorso museale espone al suo interno le testimonianze di un arco cronologico di oltre 3.500 anni; si parte dall’Età del Bronzo; troviamo poi i ritrovamenti e le ambientazioni dell’Età del Ferro; e di seguito, il Periodo Romano; il Medioevo; ed infine, il Rinascimento; è inoltre presente l’esposizione di alcune ceramiche di Età Moderna; è visibile anche un piccolo nucleo di fossili; sono di provenienza sia italiana che estera.

Fossili
Fossili – Foto: Pixabay

L’allestimento delle sezioni espositive ricorre ad attrezzature tecnologiche e a soluzioni d’impatto; alla tradizionale sequenza di vetrine, reperti e pannelli illustrativi si affiancano infatti ricostruzioni virtuali e installazioni multimediali; ed inoltre, ambientazioni scenografiche, diorami, e plastici; la predisposizione dell’esposizione accompagna in questo modo i visitatori in un viaggio suggestivo; si tratta di un vero e proprio viaggio nel tempo.

Il Chiostro dell’ex Monastero degli Olivetani, una cornice d’eccezione per il Museo dei Grandi Fiumi

L’ingresso del Museo dei Grandi Fiumi si inserisce nella cornice del Chiostro degli Olivetani; parte integrante dell’ex Monastero degli Olivetani, si trova proprio accanto alla Chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo; e ne costituisce uno degli accessi secondari.

Chiosto Olivetani I Luoghi Del Cuore Da Pagina Facebook Dei Fai Rovigo
Il Chiostro degli Olivetani – foto da pagina Facebook del Fai Rovigo

Storia e obiettivi del Museo

Il Museo dei Grandi Fiumi viene inaugurato il 20 aprile 2001. Prosegue e sviluppa l’attività del Museo Civico delle Civiltà in Polesine, che viene a sua volta fondato nel 1978. L’attuale organismo utilizza e valorizza gli ambienti dell’ex Monastero Olivetano di S. Bartolomeo; e questo a seguito di un complesso e radicale restauro di tutta la struttura. Il Museo dei Grandi Fiumi è un’istituzione del Comune di Rovigo; si rivolge alla valorizzazione e divulgazione del patrimonio archeologico; ma anche di quello etnografico, culturale e ambientale della terra polesana. Il suo nome rende omaggio alla terra del Polesine, denominata la Piccola Mesopotamia d’Italia per la sua ubicazione tra i Grandi Fiumi; essi sono l’Adige e il Po.

Delta Del Po
Foto: Pixabay

Allestimento innovativo degli spazi museali

Il carattere innovativo dell’allestimento degli spazi espositivi contraddistingue in tutti gli aspetti il Museo dei Grandi Fiumi; lungo tutto il percorso, le riproduzioni dei reperti e delle ambientazioni consentono agli utenti di toccare, sperimentare e comprendere i ritrovamenti originali custoditi nelle teche.

Il Monastero degli Olivetani – sede del Museo – cenni storici

Edificato dai monaci Umiliati nel 1255, in origine è un convento; diventa monastero con la Congregazione degli Olivetani; ciò accade nel 1474; i religiosi lo riedificano ed ingrandiscono; nel periodo che va dal 1550 al 1600. Le notizie sullo svolgimento dei lavori sono ricavabili dalle testimonianze redatte scrupolosamente nel XVIII secolo dall’abate Alessandro Rossi. All’interno del Monastero, nel Chiostro cinquecentesco, è visibile al centro una splendida vera da pozzo; l’opera è attribuibile al Sansovino. La chiesa è intitolata a San Bartolomeo; viene eretta nel 1562; ai lati dell’altare maggiore troviamo due magnifici angeli in marmo; sono opera di Giusto Le Court; è un importante scultore fiammingo; il prezioso organo invece, risale al 1778; è opera di Gaetano Callido.

La gestione dell’ex monastero e la sua destinazione Culturale

Nel 1810 gli Olivetani devono allontanarsi dall’edificio; il periodo napoleonico segna infatti la soppressione degli ordini monastici. La gestione del Monastero viene quindi affidata al Comune di Rovigo; siamo nel 1844. Da quel momento, il grande complesso viene destinato ad ospitare opere assistenziali; e questo fino al 1978. Negli anni successivi inizia la grande opera di restauro di tutta la struttura; e questo per consentirne la destinazione culturale degli spazi. Attualmente la struttura ospita anche la nuova sede del C.P.I.A. Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti di Rovigo.

Cortile Esterno Monastero1
Cortile esterno del Monastero, sede del Museo – foto: Elisa Padoan

Fonti editoriali: www.rovigoinfocitta.it; www.beniculturali.it; www.musei.regione.veneto.it

Il Museo dei Grandi Fiumi ha riaperto al pubblico ultima modifica: 2021-02-09T09:05:48+01:00 da Elisa Padoan

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Doati Marco

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