La cooperativa Di tutti i colori nasce inizialmente nel 2005, a Occhiobello, come associazione. Diventa ufficialmente cooperativa nel 2016; questo perchè coloro che erano semplici volontari per l’intercultura, con il tempo si sono istituzionalizzati e formati come educatori. Pertanto, per sostenere questo impegno si è reso necessario un cambio di struttura.
Ho avuto il piacere di intervistare Francesca e Bakary che mi hanno raccontato com’è nato il progetto Assirì, la loro sartoria eco-etica.
Qual è, in concreto, l’impegno della cooperativa?
Non solo favorire la conoscenza nell’ambito dell’immigrazione, ma, dal 2011, anche l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati tramite dei progetti casa. Questi, normalmente, vengono organizzati in strutture piuttosto grandi e capienti: la cooperativa Di tutti i colori, invece, fa la differenza; l’obiettivo è creare integrazione e accoglienza di secondo livello attraverso piccoli appartamenti il più possibile al centro dei paesi. In questo modo si evitano emarginazione ed isolamento, incentivando invece un’integrazione e inserimento nel territorio a 360 gradi.
Inoltre, il team Di tutti i colori mira ad agevolare gli incontri tra persone di diversi percorsi culturali ed è impegnato nella realizzazione di azioni di Educazione allo Sviluppo, soprattutto tra i giovani.
Come nasce l’idea di una sartoria eco-etica?
Francesca racconta che, durante uno dei progetti casa, la cooperativa ha avuto l’occasione di conoscere Bakary. Lui, sin da quando è arrivato, ha chiesto di poter avere filo e macchina da cucire, per sviluppare la sua competenza e la sua passione. Proprio nella casa in cui è stato accolto era presente una macchina da cucire avuta in prestito e fino a quel momento inutilizzata; il piccolo stanzino a lei riservato è diventato in poco tempo il paradiso di Bakary.
Lui mi spiega che la sua passione è nata da giovanissimo quando, in Senegal, accompagnava il padre in negozio a osservare le stoffe e chi lavorava a macchina. Già incantato guardando gli altri, intorno ai 10 anni ha iniziato anche lui ad utilizzare la macchina da cucire e da lì non l’ha più abbandonata, fino a quando non è arrivato in Italia. Quando poi ha avuto quel piccolo stanzino e quella vecchia macchina si è sentito evadere; aveva di nuovo un posto che era il suo mondo, un luogo dove sfogare la sua passione. Francesca si è accorta sin da subito del grande talento di Bakary e, quando la cooperativa si è potuta aggiudicare un piccolo fondo da sfruttare per investire in una start-up (oltre che nelle attività di formazione per i richiedenti asilo), la sartoria è sembrata la combo perfetta; hanno potuto unire le competenze dei ragazzi, il riuso e l’approccio etico-ecologico alla sartoria, tutti ideali appoggiati dalla cooperativa. Nasce così il progetto Assirì.
La cooperativa “Di tutti i colori” e il progetto Assirì: significato e sviluppo
Il nome, Assirì, significa “nodo” in Djula. Un nodo che rappresenta l’intreccio, la vita, il richiamo al mare, la continuità tra umano e divino. Questa sartoria è unica nel suo genere, sia per il servizio intrinseco che offre, sia per la possibilità di avere una personalizzazione a tutto tondo; un prezzo accessibile per un prodotto su misura e unico nel suo genere, con la stoffa che più si desidera. Tra i tanti significati, la volontà di far passare il messaggio dell’importanza di un acquisto consapevole: in un mondo globalizzato è difficile scegliere, ma anche la scelta di un abito fa la differenza. E quando etico è anche bello, la scelta risulta sicuramente più facile.
Lo sviluppo di Assirì ha affrontato qualche difficoltà legata alla diffusione della stessa sartoria e al farsi conoscere, il tutto accentuato dalle problematiche relative al Covid. Nonostante ciò, però, si può dire che questi scalini si stiano superando egregiamente, viste le collaborazoni messe in campo con altre realtà:
- una piccola collaborazione con una realtà del Senegal, per un’integrazione sociale della manodopera femminile, usando solo prodotti naturali. Il surplus viene impiegato in educazione sanitaria.
- una collaborazione creata con il negozio “Ogni riccio un bio capriccio”, con un approccio etico completo.
- l’ultima e più nuova collaborazione con “Acqua Altra”, la bottega del commercio equo di Venezia, da cui sono stati cercati per creare una connessione, che vedrà i loro prodotti protagonisti di una vetrina in questa magica città!
Nella speranza che questo grande progetto sia un meraviglioso trampolino di lancio per un sarto con un grande talento, quindi, auguriamo a Bakary la realizzazione del suo sogno: la diffusione della sartoria a livello internazionale e globale, che accadrà senza dubbio di questo passo!
Interessante!
Errata corrige:
il nome dei progetti è Progetti Cas; Bakary è originario della Costa d’Avorio, non del Senegal, come erroneamente scritto da me.