Mattia Zoppellaro - L'estrema ricerca dell'uomo nelle foto

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Mattia Zoppellaro
Arte

Mattia Zoppellaro – L’estrema ricerca dell’uomo nelle foto

Chiacchierando con Mattia Zoppellaro avverti come una sorta di presenza, quella della musica. Motore propulsivo di cui sono intrisi alcuni dei suoi lavori, lui stesso ce lo conferma : “ la musica per me è tutto, mi ispira, mi emoziona, mi da voglia di vivere. Amo la pittura ed il cinema oltre la fotografia, ma la musica è qualcosa che è continua fonte di ispirazione quando devo ritrarre”.

Spero non si offenda sapendo che ho scritto questo articolo ascoltando Zeitgeist e Diamond Dogs.

Non conoscevo Mattia prima dell’intervista, mi sono documentato dovendoci chiacchierare. Lo scopro uomo prima che artista, una persona che già dalla voce capisci essere “umano”, prima che grande fotografo.

E’ per questo motivo che preferiamo che questo articolo esca senza foto, sarebbe un torto non mostrarle tutte. Le trovate qui : http://www.mattia-z.com nella sezione Stories.

Rodigino, classe 1977, si forma allo IED, dove studia dal ’97 al 2000, per poi passare in Fabrica, a Treviso.

Gli inizi

Quando ho preso contattato per chiedergli un’intervista si è dimostrato subito disponibile e così partiamo dai suoi inizi : “ho iniziato in Fabrica, in qualità di fotografo, dal 2001 al 2003. Il passo successivo, quasi obbligato, è stato quello di andare a Londra ed iniziare a proporre i miei scatti. I primi a darmi la possibilità di poter lavorare sono stati i giornali musicali. Mojo Magazine su tutti”.

Curiosando qua e la avevo notato la sua forte propensione a lavori che impattano molto a livello sociale e sociologico, gli chiedo se per caso non lo faccia con intenti di denuncia.

“Quando fotografo non lo faccio mai per informare. Mi muovo spinto principalmente dalla curiosità. La finalità della mia fotografia è primariamente conoscere quello che ritraggo. Non sono spinto dalla denuncia sociale. Se ne trova traccia, è vero, ma per la maggior parte si tratta di lavoro di ricerca nei confronti dell’uomo, che è sempre il soggetto delle mie foto. Non riesco a fotografare ciò che non respira e non pensa.”.

Resto incuriosito dal lavoro fatto su Appleby, la mostra sugli Irish Travellers, i gitani irlandesi.

“E’ un lavoro iniziato quando andavo ai rave party (tema del mio prossimo libro), ho avuto modo di incontrarmi e scontrarmi con uno di loro. Ma anche di dialogare e conoscerlo. Mi ha portato a casa sua ed a conoscere la sua “carovana”, così ho iniziato a scattare ogni prima settimana di giugno (data in cui si svolge il festival). Il lavoro è durato dal 2012 al 2016”.

Heroes?

Non è stato semplice relazionarsi con loro, in fin dei conti Mattia Zoppellaro aveva il compito di raccontare la loro vita quotidiana, i loro usi.

“Non è stato semplice guadagnare la loro fiducia, ma era il lavoro più importante da fare. Così ho portato con me stampante e computer. Di sera stampavo le foto che scattavo al mattino ed il giorno dopo le facevo vedere ai diretti interessati in modo da far capire loro che c’era estrema trasparenza nel lavoro di racconto che stavo facendo”.

Tra tutti i lavori fatti Mattia non ha un preferito, mi dice che sarebbe come per una mamma scegliere i figli preferiti e quindi non ha distinzioni, anche se ovviamente ci tiene a sottolineare che ogni lavoro gli ha lasciato molto dentro.

La sua ultima mostra è Heroes? presentata a Roma (unico fotografo ad esporre) in occasione dell’Outdoor Festival.

“Fotografo molti personaggi famosi ed ho la tendenza a ritrarli come persone normali, e così il contrario, per cui questo ho pensato al punto interrogativo alla fine”.

Gli chiedo come è stato essere ospite dei festeggiamenti che Buenos Aires dedica ogni anno agli Italiani (insieme a Federico Melioli che intervisteremo di seguito).

“E’ stato un grandissimo onore. Sono rimasto profondamente innamorato di Buenos Aires che mi ha accolto a braccia aperte. Ho amato la gente, la città, il calore. Sono state due settimane stupende.”.

Il progetto Rovigo

Tra i progetti futuri uno che riguarda la “sua” Rovigo.

“Si, sto lavorando ad un progetto sulla città. Un ritratto a Rovigo. Che non vuole essere un poema, né un apologia e né una critica. Voglio far semplicemente emergere come io la vedo. Però ne parleremo quando avremo qualche foto da guardare”.

Già, perché adesso è concentrato sul lavoro dedicato ai rave e che spera di far uscire nel più breve tempo possibile.

“Ci spero, c’è un sacco di lavoro da fare e per cui non so ancora indicare una data con certezza”.

Noi, comunque, lo aspettiamo.

 

Foto: RollingStone Italia

Mattia Zoppellaro – L’estrema ricerca dell’uomo nelle foto ultima modifica: 2018-01-05T10:15:41+01:00 da Alessandro Effe

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[…] del suo libro : Appleby ad Adria in 23 di settembre. Ne avevamo accennato nella nostra intervista precedente. Avevamo parlato del premio che la città di Buenos Aires ha riconosciuto a Mattia Zoppellaro nel […]

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