Il Museo dei Grandi Fiumi - La nostra visita, a Rovigo tra storia e radici

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Museo dei Grandi Fiumi Rovigo
Arte

Il Museo dei Grandi Fiumi – La nostra visita, a Rovigo tra storia e radici

Il museo dei grandi Fiumi, a Rovigo, è inserito in un contesto che, già di per sè è storia, arte, cultura. Entrare e trovarsi di fronte il bellissimo chiostro che fu degli Olivetani, toglie già il fiato. Fa freddo, in questo dicembre dove l’umidità è scemata, lasciando il posto ad un gelo gradevole e pungente. Chiara Vallini è una curatrice ed è lei, gentilissima, a fare gli onori di casa in questo splendido museo ricavato con estrema cura ed attenzione nell’ex monastero Olivetano.

Prima di arrivare ad oggi, questo sito ha subito diverse destinazioni d’uso, da sede distaccata dell’Accademia dei Concordi, a Museo delle civiltà Polesane.

L’arte e gli Olivetani

Una delle prime cose che mi dice è che le piace pensare a questo posto come luogo di meditazione, ed infatti mi apre una finestra, prima di iniziare il nostro giro, per farmi ammirare dall’alto lo splendido chiostro che reclama, senza dubbio, silenzio e meditazione. Mi fa notare come anche gli olivetani amassero l’arte, facendomi vedere alcune incisioni sacre sul davanzale.

Museo dei Grandi Fiumi Rovigo Incisioni olivetane davanzale

Mi spiega come il museo sia anche dedicato ai campi estivi, con i ragazzi che vengono invitati a lavorare la terra nel pieno rispetto di quelle che sono state, per secoli, le tradizioni dei monaci. Il monastero è stato, per molti anni, sede di noviziato e avere gioventù che gravita intorno alla struttura è un pò come un bel segno di continuità.

L’ambra di Campestrin

Nel corridoio che ci porta all’inizio del percorso, Chiara mi fa notare alcune teche in cui è contenuta dell’ambra, frutto degli scavi archeologici effettuati in località Campestrin (Grignano Polesine) in cui sorgeva quello che ad oggi è il più antico sito di lavorazione dell’ambra di tutto il bacino Mediterraneo. Le ricerche, effettuate dal 2008, hanno portato alla luce luoghi di lavoro di artigiani dell’età del Bronzo, con reperti che, lungo il tratto antico del cosidetto “Po di Adria”, vengono datati al XIII e XII secolo a.C..

Museo dei Grandi Fiumi Rovigo Ambra Campestrin

Le tre aree museali

Il percorso museale è diviso in tre grandi aree tematiche:

  • Bronzo;
  • Ferro;
  • Età Romana;

Per ogni epoca ci sono degli appositi totem dedicati che illustrano i complessi momenti storici in modo da consentire anche al visitatore meno esperto di cogliere al meglio ogni dettaglio.

Chiara mi fa notare che, iniziando il percorso, siamo entrati in quello che era il dormitorio del Monastero e che le celle per i monaci, sono state usate per quella che viene chiamata Archeologia Sperimentale, ovvero la riproposizione, in scala, di quello che i reperti lasciano trasparire. In questa prima area, attraverso i reperti, si cerca di ricostruire lo stile di vita ed i cambiamenti sociali durante l’età del Bronzo. Abitati di palafitte presso il fiume Tartaro (in una delle celle è possibile ammirare una ricostruzione), lavorazione di ceramiche, ossa e selci. In particolare lavorazioni con corna di cervo che, all’epoca, popolavano i colli Euganei.

Museo dei Grandi Fiumi Rovigo vita familiare

Il sito di Frattesina

Il sito più importante e che ha restituito il maggior numero di reperti è senza dubbio quello di Frattesina (Fratta Polesine). Grazie a questi scavi si è stati in grado di ricostruire alcune delle attvità svolte all’interno del villaggio, come, ad esempio, l’attività tessile. E’ meraviglioso osservare le scenografiche ricostuzioni di vita quotidiana di insediamenti familiari ed artigiani. Nelle sale successive sono esposti corredi e riti funerari che, per l’epoca, erano sopratutto inceneritorie. Tranne una, cioè il suggestivo ritrovamento di due scheletri (e i resti bruciati di un terzo) che sono stati nominati “gli amanti”.

Museo dei Grandi Fiumi Rovigo gli amanti

Nella sezione dedicata all’età del ferro notiamo la diffusione della scrittura e la comparsa di primi agglomerati abitativi. Le maggiori informazioni per questo periodo si sono potute ricavare grazie agli scavi nelle località di Gavello, San Cassiano ed Adria. Possiamo trovare numerose testimonianze di riti funerari con molte ceramiche e vasi in bronzo.

L’epoca Romana

Nella sezione dedicata all’età Romana i reperti più importanti provengono da Lazisetta (Vr). Gli scavi sono iniziati nel 1998 e questo sito ha restituito oltre 180 tombe. Una parte importante di questa sezione è dedicata alla visione delle costruzioni romane, con la riproduzione di un ponte di legno, costruito dai soldati per permettere l’attraversamento del fiume. Nelle altre sale si possono ammirare modelli e ricostruzioni connessi al tema della cultura nel mondo romano con elementi di sicuro impatto. Troviamo inoltre, proveniente da un importante complesso archeologico Polesano, vasellame, oggetti di vetro e strumenti da cucina. Interessante è la ricostruzione dello strumento per la suddivisione del terreno in centurie (da concedere ai soldati al termine della vita militare).

Museo dei Grandi Fiumi Rovigo epoca romana

Fino ai nostri giorni

Terminiamo la visita con l’ingresso in una delle novità del Museo. Cioè la parte legata al territorio, dove attraverso documenti multimediali e non, si ripercorrono le tappe che hanno portato la città allo stato attuale.

Museo dei Grandi Fiumi Rovigo ultima sala

Chiara Vallini è stata gentilissima e molto professionale, a lei un ringraziamento speciale per il tempo dedicato. A voi l’invito ad immergervi in questa oasi di pace e cultura. Di seguito vi riportiamo il sito ufficiale del museo dove troverete tutte le informazioni utili.

www.museograndifiumi.it

Il Museo dei Grandi Fiumi – La nostra visita, a Rovigo tra storia e radici ultima modifica: 2017-12-05T18:56:04+01:00 da Alessandro Effe
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