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Rosa Santi: l’esordio letterario con “Il Mare E La Nebbia”

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Rosa Santi, (Rovigo, 1989) autrice del romanzo “Il Mare E La Nebbia”, uscito a fine luglio, descrive la città di Venezia, attraverso gli occhi del protagonista del racconto, malato terminale. Gianni, dopo aver lasciato Milano, decide di fare un viaggio di sola andata per il capoluogo veneto, dove si lascerà travolgere da ricordi passati, dal legame con Sabrina, oste e strega della “Tuga” e da Guido, ragazzo profondamente scosso da un trauma passato.

Copertina Rosa Santi
(copertina del romanzo di Rosa Santi, sito web Amazon)

Il libro d’esordio di Rosa ci guida attraverso questa storia d’amore, di morte, di bellezza e di malinconia, servendosi di una scrittura visiva, che trasforma immediatamente il testo in immagine. “[…] Venezia indossa un vestito rosso fuoco, con le sfumature del tramonto. Brillano come orecchini di rubino le finestre dei suoi palazzi. E il sole, colto impreparato da tanta bellezza, continua ad arrossire.

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A TU PER TU CON ROSA

Rosa, dove e come hai trovato l’ispirazione per scrivere questo libro? – “Ho trovato l’ispirazione per il mio libro nel camper del mio compagno, in un parcheggio in riva all’Adige a Verona. Una malattia improvvisa ha costretto mia madre in un letto di terapia intensiva per venti giorni, e nell’aspettare la sua rinascita ho impresso le mie speranze su carta. L’iniziale stesura del libro ha impiegato le prime due settimane di luglio. Le successive riletture e modifiche sono finite durante l’autunno.

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È un romanzo breve, scritto di getto come elaborazione di un trauma. Nell’attesa di una risposta dalla casa editrice, ho iniziato la formazione come editor, ma ho scoperto, oltre a non poter materialmente applicare le conoscenze acquisite al mio stesso libro, di non riuscire a rileggerlo senza venire catapultata al periodo doloroso in cui è stato scritto. Il primo lettore ufficiale è stato il mio compagno, la seconda e più soddisfacente, mia madre Grazia a cui il libro è ovviamente dedicato.

St Marks Square

“Quanto ha influito il tuo lavoro come infermiera nella sua creazione?” – “Il mio lavoro ha influito esclusivamente per la conoscenza del limite tra vita e morte. Un limite sottile e costante durante tutta la nostra esistenza. Ho soccorso e visto molte persone camminarmi accanto e credersi vive. Altre, essere estremamente vicine alla morte e avere ancora molta energia e cose da insegnare.

GIANNI E VENEZIA

“Cosa rappresenta Gianni per te e cosa vorresti che rappresentasse per le persone?” – “Gianni è potenzialmente la metafora di ognuno di noi. Una vita passata a lavorare, senza nessun affetto stabile, alla ricerca di poter ricominciare a vivere dopo aver accettato una condanna a morte. Vorrei che rappresentasse l’idea che ognuno di noi può recuperare il tempo perduto, in qualsiasi momento e in qualsiasi situazione. Venezia, invece, è la mia tana da sempre. È un amore di famiglia di cui si sente la malinconia se non ci si torna per un po’. Questo succede SOLO se si riesce a vedere Venezia senza gli occhi di un turista, senza lasciarsi trasportare dalla massa per le strade principali, riuscendo a perdersi per  provare la sorpresa del ritrovarsi.

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“[…] Per il suo passato posso fare poco. Posso provare a togliere un po’ di nebbia dal suo futuro, se lo desidera” 

Rosa Santi: l’esordio letterario con “Il Mare E La Nebbia” ultima modifica: 2020-11-14T09:00:00+01:00 da Tea Nilo

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