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Scuola ai tempi del Covid: parla la Prof. Alessandra Zanetti

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Alessandra Zanetti, 27 anni, è un’insegnante di italiano e latino al Liceo Bocchi-Galilei di Adria e dottoranda in Storia. Ci racconta come la scuola è cambiata nel 2020 con la didattica a distanza, imposta dalle norme anti-covid. 

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Alessandra Zanetti – Docente Liceo Bocchi Galilei di Adria

Alessandra, come sono cambiate le cose quest’anno con la didattica a distanza? : “Penso che la scuola si sia fatta trovare molto pronta: durante l’estate hanno aggiornato il registro online, migliorato le infrastrutture e comprato qualche attrezzatura nuova. Hanno, inoltre, creato account istituzionali su Google per ogni studente.”

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L’imposizione di stare a casa, ad ogni modo, limita la scuola poiché la scuola è relazione. Sono sicura che i ragazzi soffrano molto questa situazione. Ho pensato, ad ogni modo, di fare anche qualcosa di diverso dal programma puramente didattico: l’anno scorso gli ho chiesto di fare un video chiedendogli di raccontare la loro giornata tipo in quarantena e ammetto di aver ricevuto dei video divertentissimi ai quali ho anche dato 10. L’altro giorno, invece, gli ho chiesto di scattare una foto senza riprendersi pensando alla didascalia “questa non è scuola”, che sottolineasse che la scuola è altro oltre alle lezioni a distanza. Poi abbiamo condiviso la foto suoi social pensando di farla arrivare a più gente possibile.

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SCUOLA 2020: LA DIDATTICA A DISTANZA

Si riesce facilmente a spiegare ai ragazzi anche attraverso uno schermo?: “Si, facendo lezione attraverso un computer, i ragazzi non sono in grado di distrarsi o fare confusione tra di loro. Il problema reale è che comunque, secondo me, i contenuti, a scuola, sono la parte meno importante. La cosa più importante è imparare a studiare, a collegare le cose, capire che la scuola serve per crearsi un futuro. A mio avviso, con le lezioni online, si perde la parte non detta e quella spontanea della lezione.

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Fare scuola è come fare teatro ma più difficile perché i tuoi spettatori sono costretti ad ascoltarti e non sono li perché gli piace: mi capita, a volte, di scegliere di proporre a lezione una lettura o un’analisi di testo e poi di cambiare totalmente i miei piani. L’altro giorno, ad esempio, mi hanno fatto una domanda sulla tragedia greca e per spiegargliela e fargliela capire bene, gli ho fatto vedere un pezzo del cartone animato “Hercules”. Parlando, invece, del ”Paradiso Perduto” di John Milton, mi hanno detto che esiste una canzone rap con lo stesso titolo. Abbiamo, allora, creato una playlist di 12 canzoni con riferimenti culturali che abbiamo chiamato “rapperario” (rap letterario) e parlato di qualcosa che personalmente li coinvolge di più, come la musica rap.

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“Il punto è, per me, che loro non si devono ricordare tutte le cose scolastiche che gli insegno, ma devono annaffiare l’idea che io, professoressa, ho coltivato nella loro testa, un’idea che magari andranno anche ad approfondire più tardi nella loro vita.”

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ESSERE INSEGNANTI OGGI

Quali sono le difficoltà che i ragazzi si trovano ad affrontare al liceo?:Quello che gli manca come generazione, è il senso del limite: nella vita non hanno molti altri limiti oltre a quelli che gli impone la scuola. Se hai un limite sai che cosa devi superare e su che base puoi e devi sfidare te stesso. Bisognerebbe dare ai ragazzi regole che hanno senso nei tempi in cui viviamo, senza soffermarsi sulle cose che fanno istintivamente come ad esempio guardare i social sul telefono. Mi è anche capitato che uno studente guardasse il cellulare durante una mia lezione: in quel momento non ho pensato ai provvedimenti ma semplicemente a quanto potessi esser stata noiosa.

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Ti piace essere un’insegnante giovane? :“Il problema di essere giovani si supera nel momento in cui si smette di far finta di essere una persona arrivata. Più tu sei rigido più sono rigidi loro, più sei severo e meno errori ti perdonano. Preferisco essere onesta con i miei alunni e chiarire che il mio ruolo è quello di fargli capire le cose e non di sapere tutto e, di conseguenza, che a volte posso sbagliare anch’io. E’ fondamentale mostrare che sei umano e soprattutto che ci tieni. Cosi facendo, anche gli studenti più diffidenti iniziano a sentirti più simile a loro.

Foto: Pixabay

Scuola ai tempi del Covid: parla la Prof. Alessandra Zanetti ultima modifica: 2020-11-21T08:00:00+01:00 da Tea Nilo

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