Ai Mondiali di calcio in Russia della scorsa estate, l’Italia non era presente perchè non si qualificò. Lo ricordiamo più o meno tutti con dispiacere. Ma c’è un altro Mondiale di calcio a cui invece l’Italia parteciperà, ed è quello femminile che si svolgerà l’anno prossimo in Francia.
Un “assist” che mi permette di introdurvi una bellissima storia, che riguarda proprio il calcio femminile, anche se non andrò a parlare di aspetti puramente sportivi (non ne ho le competenze!), bensì sociali ed umani.
Voglio farvi conoscere il progetto di una società di calcio a 5 con una lunga tradizione alle spalle (è stata fondata nel 1997), molti successi nei campionati UISP, un titolo nazionale ed una svolta quasi rivoluzionaria che ha portato alla creazione di un movimento femminile. Parlo del GS Ariano.
Questa società, nel 2012, quasi per caso e per sfida, decise di mettere in piedi una squadra femminile, in poco tempo diventata una realtà vincente, sia in campo che fuori. Un’intera comunità si è appassionata a questo sport e sostiene le proprie ragazze con partecipazione e calore crescente.
Foto fornita da Riccardo Callegari
Una realtà vivace ed in continua crescita
Incontro Riccardo Callegari, dirigente della società, che mi ricostruisce tutti i passaggi di questa bella avventura. Bisognerebbe raccontarle una ad una queste ragazze, queste donne, che fra sacrifici, lavoro, studio, casa e famiglia, riescono a trovare il tempo da dedicare alla loro passione. Allenamenti, trasferte, routine normalissime per chi pratica sport. Ma nel calcio può diventare più complicato, in quanto disciplina ancora pregiudizievolmente ritenuta adatta solo agli uomini.
Il GS Ariano è una società molto attiva, che si pone continue sfide. Galvanizzato dalla positiva esperienza con la prima squadra, ha alzato la posta: fondare un intero settore giovanile di calcio a 5 femminile. Non un settore misto quindi, in cui le bambine sono obbligate a giocare insieme ai bambini e magari messe in secondo piano.
L’importanza di coltivare un settore giovanile per una società sportiva è ovvia agli occhi di chiunque sia dotato di buon senso. Eppure non tutti ci dedicano la giusta attenzione, concentrandosi solamente sugli alti livelli agonistici, perdendo di vista la visione di prospettiva.
Ma anche in questo caso l’Ariano ha fatto centro. In poco tempo ben 20 bambine, dagli 8 ai 13 anni, si sono avvicinate al calcio a 5. La cosa non dovrebbe stupire più di tanto, ma se guardiamo alle poche altre realtà simili esistenti ci accorgiamo della portata, anche culturale, di quanto sta accadendo nel comune del basso Polesine. Che, ricordiamolo, conta poco più di 4000 abitanti ed una posizione decentrata rispetto al capoluogo di provincia, che spesso ne costituisce un handicap.
Foto fornita da Riccardo Callegari
In cantiere l’idea di un campionato femminile giovanile
Attorno a queste bambine libere di praticare uno sport che solitamente attira grandi numeri solo a livello maschile, orbita tutta una comunità. Genitori, ma non solo, che non si limitano ad accompagnare le proprie figlie. Seguono attivamente la squadra, offrono il loro tempo libero per allenarla, si dedicano all’organizzazione delle trasferte. In un’epoca in cui si discute tanto di valori persi, di individualismo ed egoismo imperanti, di assenza di una comunità educante, questo comune si pone come esempio positivo.
Ma una volta costruita la squadra giovanile femminile, rimaneva un problema: contro chi farla giocare? Va detto, infatti, che non esiste nessun campionato riconosciuto di pulcini ed esordienti nel calcio a 5 femminile. La società, insieme ad altre squadre, sta organizzando per l’anno nuovo un campionato riconosciuto dalla federazione, nel territorio dell’Emilia Romagna e Veneto.
Al momento la squadra giovanile è impegnata in partite amichevoli con le altre realtà coinvolte nel rivoluzionario progetto. Trasferte fuori provincia, anche impegnative, e palazzetto di casa che si riempie di centinaia di persone, che accorrono per sostenere le calciatrici in erba.
Ma non finisce qui. Proprio da questo anno, partiti da appena due mesi, la società ha aperto anche al settore giovanile maschile, con ben quasi 20 iscritti sempre con le medesime età, segno che la società punta su un progetto a 360°.
Foto fornita da Riccardo Callegari
Un’intera comunità a fare il tifo
Ciò che colpisce particolarmente di questa esperienza è l’aspetto sociale ed umano. Il concetto di sport come agenzia educativa, come palestra di vita in cui i bambini imparano a socializzare e ad interiorizzare regole e valori. Un ambiente, quello del calcio, che a volte finisce alla ribalta della cronaca per episodi poco edificanti. Un mondo in cui interessi economici ed aspettative rischiano di inquinare ciò che più di tutto interessa ai bambini: divertirsi stando insieme. In questa disciplina tale obiettivo è forse più semplice da raggiungere, i numeri sono inferiori ed anche l’idea di gioco all’interno di un palazzetto dà una connotazione diversa rispetto al calcio che siamo soliti vedere.
Da sottolineare è il coinvolgimento di un intero paese che si è affezionato a questa società e ne permette anche il sostentamento. Perché bisogna dirlo: le difficoltà maggiori, come per tutte le iniziative, sono di carattere economico. L’arrivo di uno sponsor, con valori in linea con quelli della società, è ciò che ora tutti si auspicano. E che potrebbe garantire la tranquillità, specie in vista di campionati ed impegni che saranno sempre maggiori.
Per i bambini e le bambine del GS Ariano sarebbe decisamente un bel regalo di Natale. Ed anche per l’intero paese che sostiene e fa il tifo per questa ambiziosa società.
Noi gli auguriamo di trovarlo sotto l’albero!
L’appuntamento per chi volesse seguire le partite è al Palazzetto dello sport di Ariano Polesine, il giovedì sera alle 21.30 con la prima squadra, la domenica pomeriggio alle 17.30 con le bambine, in concomitanza con i bambini.
Foto in copertina fornita da Riccardo Callegari