Il castello di Rovigo - La storia della costruzione e del suo utilizzo

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Castello di Rovigo mappa antica
Arte

Il castello di Rovigo – La storia della costruzione e del suo utilizzo

La prima traccia del castello di Rovigo è del 920. Attraverso una bolla, Papa Giovanni X autorizza il vescovo Paolo Cattaneo, all’epoca signore di quelle terre, a costruire una fortificazione per difendere la sua chiesa.

La ragione della richiesta pare sia da ricercarsi nella particolare posizione della città, che consentì poi il rapido sviluppo, fino a farla diventare centro abitato più importante della zona. Prendendo esempio da Rovigo, lungo il corso dell’Adigetto così come del Po, altri centri provvidero ad erigere fortificazioni.

Torri, posti blocco con grosse catene che si tendevano da un lato all’altro del fiume o, in alternativa, utilizzando delle palizzate mobili.

In un primo momento la costruzione del castello, prevedeva una rudimentale fortificazione. Vale a dire una grossa torre, circondata da una robusta palizzata, a ridosso dell’argine dell’Adigetto (un corso dell’Adige che si decide di interrare in tempi moderni).

Le riedificazioni

Il castello di Rovigo con le sue torri ed i giardini

Successivamente, a forza di consolidamenti e riedificazioni, crebbe anche il castello, eretto su un grande terrapieno artificiale di forma quadrata e dotato, pare, di otto robuste torri. Una prima descrizione la abbiamo grazie a Marin Sarnuto nel 1483.

Veneziano, era giunto a Rovigo durante la “guerra del sale”, vide e descrisse la città ed il castello in un momento ancora propizio. Alla successiva ripresa della guerra infatti, tra il 1508 ed il 1509, il castello si rivela inadeguato alla difesa, data la rapida evoluzione della tecnica militare e dell’artiglieria.

Novantacinque anni dopo Paolo Emilio Casilini descrive un castello che ormai è in disuso. Ecco le sue parole : “un girone di quattro facce ineguali, intorno a cui si veggono le vestigia di d’alcune piccole torri ruinate”.

Il potente mastio, alto ben 50 metri e denominato successivamente Torre Donà (dal nome della famiglia diventata proprietaria delle torri). Una torre mozza (detta Grimani dai proprietari che nell’Ottocento subentrano ai Donà) e qualche avanzo di mura, rappresentano quanto rimane ancora oggi dell’antico castello.

Sono da considerarsi, in ogni caso, appartenenti ad un’epoca successiva alla prima edificazione del castello e sono semmai contemporanei all’erezione delle mura. Fa eccezione la Torre Grimani, che con ogni probabilità doveva costituire l’elemento più importante.

Anche se è molto probabile sia stata anch’essa oggetto di più fasi di costruzioni in quanto la metà superiore ha una pendenza diverso rispetto a quella inferiore. La piazza antistante, di martedì e col passare degli anni, fu destinata a mercato di pollame ed uova. Donne dalle campagne vicine arrivavano in città con fazzoletti in testa e cesti ricolmi di uova fresche. Il castello è stato più volte oggetto di indagini archeologiche a ricerca di manufatti.

Oggi, le due torri, restano a guardia del castello e sono simbolo della città.

Il castello di Rovigo – La storia della costruzione e del suo utilizzo ultima modifica: 2017-11-05T16:17:21+01:00 da Alessandro Effe

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[…] cinta muraria ed il castello, a Rovigo, arrivano nel momento in cui anche altre città vicine (e lontane) iniziavano la loro […]

[…] trova nella zona che per molto tempo è stata considerata come quella in cui sorgeva il più antico castello di Lendinara. Almeno questo è quello che si è pensato in passato, collocando la sua posizione […]

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