Paul C è un volto noto del panorama internazionale, sia come deejay che come produttore. All’anagrafe è Paolo Cavicchioli, rodigino da sempre di cui essere decisamente fieri ed orgogliosi. Un uomo che abbiamo deciso di raccontarvi anche per dare importanza alle fatiche a cui spesso i padri sono sottoposti tanto quanto le madri. Molte volte tendiamo però a sottovalutare il loro ruolo all’interno della famiglia e lo sforzo con cui tentano di conciliare tutto nel migliore modo possibile. Un bellissimo esempio il suo, di come, con una giusta organizzazione e un’ottima dose di sano olio di gomito, sia possibile far andare d’accordo carriera e famiglia. Non necessariamente si deve rinunciare alla propria posizione per dare il giusto valore e apporto ai nostri cari. Una prova di come Nigel nel Diavolo veste Prada, avesse completamente torto nell’affermare che “… quando la tua vita privata va completamente all’aria, vuol dire che è l’ora della promozione”.
Il 6 Ottobre sarà Special Guest al GoodFellas Opening Party al Goodfellas Night a Lusia. A Novembre sarà a Manchester e a Dicembre lo attende Londra.
Amore infinito
Come e quando è nata questa passione?
Da bambino ascoltavo continuamente musica da ballare. Ho incominciato da adolescente a frequentare le moltissime discoteche in cui, negli anni ‘90, proponevano grandi serate dal mercoledì fino alla domenica. Da qui hanno iniziato ad incuriosirmi. Prima il mix con i giradischi, poi il computer per la produzione… Il resto della storia è piuttosto lunga, ma diciamo che sono diventato DJ e produttore allo stesso tempo.
Come si è evoluta la tua carriera? E quanto ha influito l’appoggio di chi ti ama?
Poco alla volta e anno dopo anno, ho costruito la mia carriera organizzando le feste assieme agli amici fino a quando un locale della mia zona, ai tempi MasKò, mi chiamò per suonare nel privè. Da quel lontano ’98/99 ad oggi non ho più mollato. Ho sempre avuto al mio fianco una compagna che mi ha seguito ovunque, e ancora oggi, insieme ai miei due meravigliosi bambini, continua a sostenermi in qualsiasi momento.
Con quali dj, con cui hai collaborato negli ultimi anni, hai un rapporto che va oltre a quello lavorativo?
Negli ultimi anni ho collaborato con molti DJ ma sicuramente con Luca Morris e Paolo Martini ho creato un legame d’amicizia. Con Paolo abbiamo prodotto il connubio Paul C & Paolo Martini ed assieme abbiamo ottenuto grandi risultati planetari…..
Tra i brani prodotti, quale è il tuo preferito? Perchè?
I brani prodotti sono molti ed ognuno di essi ha una caratteristica che mi trasmette emozioni e sensazioni, quindi è difficile dire quale sia la mia preferita. Sicuramente quella che mi ha portato molte soddisfazioni è stata “We Repeat” su Cecille rec, una label tedesca del grande Nick Curly, suonata dai top DJ del mondo nelle più rinomate consolle di Ibiza, UK, USA, Italia e nonché scelta come colonna sonora per la “Love Family Pack” di Berlino nel 2013 del grandissimo Sven Vath…
Successi e quotidianità
Quale invece ha raggiunto le vette più alte delle varie classifiche?
Credo sia stata “Spunk”. Una traccia uscita un po’ in sordina su Material, una label Greca, ma scoperta e chartata dal più famoso e attuale DJ Jamie Jones che grazie alla sua visibilità l’ha fatta schizzare in cima alle classifiche.
Cosa fa Paolo fuori dallo studio di registrazione? Come riesci a conciliare lavoro e famiglia? Sono mai venuti a sentirti suonare i tuoi bimbi?
Fuori dallo studio di registrazione fa il papà e il marito. Mi dedico moltissimo e con grande amore alla mia famiglia. Cerco sempre di non far mancare nulla e voglio essere presente il più possibile durante la crescita dei miei bambini. Vado in studio o mi dedico alle attività sportive quando loro sono a scuola. Per andare alle serate cerco aerei i cui orari mi aiutino a conciliare il tutto. In sostanza parto al pomeriggio e cerco di essere a casa il pomeriggio del giorno dopo, se resto in Europa, quindi poco più di 24 ore. Diversamente, se vado oltreoceano, sono costretto ad assentarmi per più giorni, anche se questo per fortuna /sfortuna succede un po’ meno spesso. Fare il DJ è tutt’altro che rilassante. Non sei mai fermo un attimo, dormi pochissimo, sei sottoposto ad orari pesanti e molto spesso cene veloci. Sei sempre circondato da migliaia di persone con volumi pazzeschi. Al momento per i miei bambini sarebbe impossibile poter presenziare ad una mia serata.
La isla blanca
Ormai l’estate spesso ti troviamo ad Ibiza a suonare. Come sei approdato lì? Locali in cui sei resident? Come è cambiato nel tempo il popolo della notte?
Ibiza è l‘isola magica e non è solo un detto ma una verità. Ogni volta che vi metto piede, entro in una realtà parallela. Quest’anno sono stato a suonare lì diverse volte e spero di tornarci ancora. La mia prima volta ad Ibiza è stata per esibirmi e non in una festa tra tante, ma ho avuto la fortuna di suonare per il Paradise al DC10!!! Quando l’ho saputo non volevo crederci. Il Paradise è il party di Jamie Jones ed è una della feste più importanti al mondo e la sua residenza è proprio il mercoledì ad Ibiza.
Per quanto riguarda l’evoluzione della Nightlife, sono cambiate parecchie cose. E’ come se stessimo fondamentalmente guardando un altro film, di tutt’altro genere rispetto all’ultimo ventennio. In primis è diminuito in maniera esponenziale il numero dei locali, è cambiato il modo di divertirsi, così come l’approccio al lavoro del DJ e di conseguenza le dinamiche, ma soprattutto sono cambiate le aspettative dei clubber. A differenza di una volta, i clubber sono più affezionati ai DJ guest o agli eventi promossi, che non alle strutture stesse che li ospitano. Prima in alcuni club ci si ritrovava tutti i week end, senza che ci fosse per forza un ospite. A parte poche eccezioni consolidate che resistono nel tempo, sono sparite moltissime discoteche simbolo degli anni passati, per far posto a grandi spazi dove si allestiscono palchi per il festival di turno, con line up stellari e cachet esorbitanti.
Vita da DJ
Sei spesso in giro per il mondo, dove ti è piaciuto maggiormente suonare?
Fare questo tipo di lavoro è meraviglioso anche se , per quanto strano possa sembrare , è faticoso, stressante e difficile. Negli ultimi anni ho girato parecchio il mondo. Da un aeroporto all’altro, da una città all’altra. Ho conosciuto moltissime persone. Visto posti e locali incredibili. Ma Ibiza rimane sempre al primo posto. Comunque non è stata l’unica location dove mi è piaciuto suonare. Ricordo con grande entusiasmo lo Zig Zag di Parigi , il Pachà di Buenos Aires, il BPM in Messico, lo Square di Dubai, EGG Londra, il Propaganda di Mosca. Questi i posti che indubbiamente mi sono rimasti più nel cuore.
Prossime novità in arrivo?
Sto lavorando a moltissime nuove tracce, anche in collaborazione con cantanti. Sto cercando di differenziarmi da tutta questa musica che attualmente ci circonda e che è a dir poco monotona, composta solo da groove, effetti e rullate e poco sentimento.
Come riesci a trasportare (trasformare) in musica, un’idea/pensiero/ritornello che si trova inizialmente solo dentro di te?
Dipende. Inizio a produrre musica partendo da tutto ciò che mi ispira in quel preciso momento. Per comporre un brano dance, come per qualsiasi genere musicale, devi avere un’ispirazione che, nel mio caso, può essere un disco vecchio, un live set di un dj che seguo, un brano rock o jazz, qualsiasi genere, l’importante è che ti susciti emozione e quindi creazione. Dopodiché utilizzo più di un software audio Logic Pro X, Studio One, qualche groove box tra cui Maschine e tanta fantasia!
Foto di Paul C.