Luca Boaretto, lo spazzino delle stelle: dall'alcolismo all'astronomia

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Luca Boaretto, lo spazzino delle stelle: dall’alcolismo all’astronomia

Luca Boaretto

Nella vita le cose possono cambiare, noi stessi possiamo cambiare. É questo il bello. Se in meglio o in peggio sta a noi…

Ne sa qualcosa Luca Boaretto, rodigino classe 1972, ex operaio ed ex operatore ecologico, ad oggi responsabile dell’Osservatorio astronomico di Rovigo e vice-presidente del Gruppo Astrofili Polesani. Chi ha avuto modo di frequentare l’osservatorio, splendida realtà rodigina stimata anche fuori provincia, lo conosce sicuramente. Non passa inosservato Luca, per il suo modo ironico, diretto ed esuberante di porsi. Con una battuta, o uno scherzo, rende una materia così complessa come l’astronomia qualcosa di comprensibile a tutti.

Lo incontro proprio all’Osservatorio. Al mio arrivo trovo anche Fenny, sua moglie, lì per una coincidenza, significativa direi, perché in fondo la storia di Luca è anche la sua storia. E Fenny, per Luca, è stata in qualche modo la salvatrice, l’eroina buona della favola.

(ndr: un vero peccato non poter pubblicare la registrazione audio…avete presente Sandra e Raimondo? )

Luca BoarettoFoto di Luca Boaretto

Lo spazzino delle stelle, autobiografia forte

Non lo incontro per discutere di astronomia, ma per parlare del libro uscito ufficialmente ieri, edito da Book Sprint Edizioni, che racconta la sua storia. Il titolo è emblematico: “Lo spazzino delle stelle”. Un libro autobiografico, un libro di speranza, un libro forte. La storia di un uomo caduto nella trappola dell’alcolismo, dalla quale ha saputo però uscire.

La testimonianza, nero su bianco, che nella vita le cose possono cambiare, appunto, con l’impegno, il sacrificio, la determinazione, le persone giuste accanto e, perché no, una giusta dose di fortuna.

Luca mi parla della sua infanzia descrivendola come normale e tranquilla. Nessun problema, nessun trauma. Lo fa quasi per sottolineare da subito che nulla nella sua vita lasciava presagire quello che sarebbe successo. Non cerca alibi a cui aggrapparsi, nessuna colpa ai suoi genitori o all’influenza di cattive compagnie. É consapevole di essere stato lui l’unico artefice della svolta negativa presa dalla sua vita, quando aveva all’incirca 16 anni.

Un bambino tranquillo dicevo, con la passione per l’astronomia. È interessandosi di astronomia che viene a conoscenza di un’usanza particolare: alcuni studiosi erano soliti assumere oppio o alcool per favorire la dilatazione della pupilla e vedere meglio al telescopio. Questa cosa incuriosisce Luca, tanto da farlo iniziare ad assumere alcool.

Pochi anni dopo, nel dicembre 1993, un altro incontro, stavolta dal connotato positivo, un incontro essenziale: quello con Fenny, che poi diventerà sua moglie.
Luca mi racconta di quegli anni difficili, dei tanti problemi causati dall’assunzione di alcool, dei picchi raggiunti: 30 spritz al giorno nei momenti più neri. Il libro gli è servito per mettere insieme, come un puzzle, tanti pezzi della sua vita che aveva perso perché annebbiato dall’alcool. Tanti episodi che sono stati parenti ed amici a raccontargli, perché lui, sebbene ne fosse il protagonista, non ricordava.

Un percorso terapeutico, se vogliamo. La scrittura in fondo ha anche questa splendida funzione.

Luca BoarettoFoto di Luca Boaretto

Gli anni bui dell’alcolismo, poi la rinascita

Ma torniamo al racconto di Luca, che Fenny ascolta in silenzio e in disparte, indaffarata al cellulare, che sembra più un modo per essere presente ma con discrezione. Non posso fare a meno di chiedermi quali possano essere i suoi pensieri mentre sente suo marito ripercorrere quegli anni difficili…e sono io a sperare di risultare discreta nei loro confronti.
Quando si sente parlare di alcolismo, nell’immaginario di ciascuno si materializzano scene di litigi, perdita di controllo, violenza. Ogni storia è una cosa a sé, ma alcune costanti purtroppo ci sono.

Così anche la storia di Luca è caratterizzata da scatti d’ira, da gesti compiuti in preda a raptus causati dal tasso alcolico elevato. La moglie che per diversi anni lo copre, nascondendo tutto anche ai suoi cari, forse non comprendendo appieno la situazione. Poi la denuncia (“finalmente” – si lascia scappare Luca), quando Fenny comincia a temere anche per la figlia di 3 anni. Da quel momento è iniziato il percorso di cura seguito dal SerD di Rovigo, che in quasi 2 anni l’ha portato alla rinascita. Tutto riportato nel libro.

In questo frangente, e sempre grazie a Fenny, nel 2010 Luca conosce l’Osservatorio astronomico. La passione che aveva da piccolo non si era spenta col tempo. L’impegno all’Osservatorio è da subito enorme, e Luca si trova ben presto a contatto con grossi nomi dell’astronomia, come Roberto Ragazzoni, padre dell’ottica adattiva mondiale e Mattia Negrello, astrofisico rodigino che ora lavora a Cardiff.

Quest’ultimo addirittura lo coinvolge nel 2012 in una ricerca dell’Agenzia Spaziale Europea, in cui sono stati usati i dati del telescopio spaziale Planck per studiare le galassie. Ricerca che è stata poi pubblicata su riviste scientifiche di fama internazionale, citando anche il nome di Luca fra gli autori. Una grossa soddisfazione tenendo conto che tutte le sue conoscenze sono frutto di anni e anni da autodidatta, non di percorsi di studio specifici.

Luca BoarettoFoto presa dal sito www.astrofilipolesani.it

Parte dei proventi andranno in beneficenza

Ma torniamo al libro. Chiedo a Luca come gli è venuta l’idea. Mi risponde che tutto è nato durante la ricerca condotta nel 2012. Durante una serata in compagnia dei suoi colleghi astrofili, fra chiacchiere serie e meno serie, la frase buttata lì da uno di loro: “potresti scrivere un libro!”. Frase che lascia il segno in Luca. Dopo qualche anno di riflessione, nel 2015 la decisione di farlo, di raccontarsi. Non senza timori, ma con la speranza di essere di aiuto o conforto a qualcun altro. Una scelta senz’altro coraggiosa.

Una parte dei proventi del libro, tra l’altro, andranno all’Osservatorio astronomico e ad un’associazione che si occupa di studiare e curare l’endometriosi.

Dopo i tanti crudi aneddoti che Luca mi ha raccontato, presenti all’interno del libro, gli chiedo se ha mai pensato di andarsene da Rovigo. Mi risponde di no, che non ha mai sentito il bisogno di scappare dal suo passato. Riconosce i suoi errori, la malattia che si è impossessata della sua vita per quasi 20 anni, ma tutto è servito a condurlo dov’è ora. Con la consapevolezza che, con l’uscita del libro, ci sarà gente che giudicherà, che biasimerà, che per invidia parlerà male. Come è sempre successo, del resto. Ma Luca ora guarda il cielo, a testa alta, non saranno chiacchiere di paese ad ostacolare la direzione che ha deciso di dare alla propria vita. Ci sono le stelle ad indicargli la retta via.
E Fenny al suo fianco.

Foto copertina di Luca Boaretto.
Luca Boaretto, lo spazzino delle stelle: dall’alcolismo all’astronomia ultima modifica: 2018-10-16T09:09:21+02:00 da Federica Boniolo

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