Le tracce delle comunità ebraiche a Rovigo: il ghetto e il cimitero

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L’eredità ebraica a Rovigo

In Polesine, la presenza di comunità ebraiche, è testimoniata da numerosi documenti notarili dai quali è possibile ricostruire la situazione, l’evoluzione e i legami tra i vari nuclei presenti a Rovigo, Lendinara e Badia. Non si può parlare di vere e proprie comunità ebraiche, almeno fino al XVI secolo, in quanto i nuclei presenti sono in prevalenza di tipo familiare. Nei centri urbani più importanti, la presenza delle famiglie ebree è legata all’esercizio prestatorio con i banchi di pegno e al commercio tessile.

La presenza ebraica

Ph. Ivan Baracco

Alcune leggi statutarie fanno menzione della presenza ebraica nel territorio già a partire dal 1227. Da queste si evincono politiche antisemite in quanto alcune proibiscono rapporti sessuali tra ebrei e cristiani. La loro attività creditizia è attestata da atti notarili che autorizzano l’apertura di banchi di mutuo. Sul finire del Trecento i banchi di prestito di Rovigo e Lendinara erano affidati a Gaio e Salomone di Musetto Finzi di Padova, associati a Musetto di Aleuccio da Bologna. La consistenza numerica della popolazione ebraica nel territorio polesano aumenta nel tempo non solo, ovviamente, per l’aumento delle nascite ma anche per vari fenomeni di migrazione. È interessante a tal proposito la richiesta del Consiglio Cittadino, fatta alla Serenissima Repubblica, di poter dividere le abitazioni degli ebrei da quelle dei cristiani a difesa della fede religiosa (il prestito che viene inteso come usura in questo caso, per i cristiani è un peccato). Il motivo di questo contrasto lo si può estrapolare dalla presenza del Monte di Pietà. Ed anche dal flusso migratorio che coinvolge Rovigo a seguito della fine della dinastia estense.

Premessa

Nel 1516 la Serenissima Repubblica di Venezia impose la segregazione obbligatoria per gli ebrei in un unico quartiere, nell’isola poi detta della Giudecca. Fu in quel tempo che si cominciò ad usare il termine “Ghetto”. Nel 1613 furono nominati due Presidenti del Ghetto. Erano di religione cristiana con il compito di preparare un capitolato e di trovare la sede dove istituire lo stesso. Tra i vari obblighi vi era il divieto di introdurre nuove famiglie e fu imposto un tributo che doveva essere pagato alla comunità di Rovigo per poter mantenere le botteghe ebree (l’attuale porticato di via Cavour era il luogo in cui erano presenti le suddette).

Il ghetto

L’area del ghetto era compresa tra le attuali via Boscolo e piazza Annonaria passando per via X Luglio. Il Ghetto aveva tre porte di accesso con cancelli e il principale era sito in Via X Luglio. Il Ghetto si inaugura il 27 settembre 1627. Con la caduta della Serenissima Repubblica, si abbattono i cancelli che chiudevano il Ghetto e gli ebrei acquisirono le libertà e i diritti degli altri cittadini almeno fino alla restaurazione absburgica.

Con il Regno d’Italia gli ebrei acquisirono libertà e iniziarono a spostarsi in altre città. Visto il progressivo abbandono del ghetto e la conseguente non curanza dell’area, gli stabili iniziavano ad essere pericolanti. Le condizioni igieniche sempre più precarie. Prese il via un progetto di sgombero e demolizione che si protrasse per molti anni tra rinvii e mancati accordi degli enti. Finalmente la comunicazione ufficiale arriva nel 1935. Venne abbattuta tutta la porzione del Ghetto posta su via X Luglio e Piazza Finanza ad ovest. A nord la demolizione aveva liberato il fronte di Piazza Annonaria. L’area del ghetto superava i 4500 mq e fu una delle più grandi demolizioni cittadine dell’epoca fascista. L’area si abbatte a scopi persecutori ma di risanamento. La sistemazione di piazza Annonaria e delle strutture adiacenti ne fanno ad oggi uno degli angoli più belli di Rovigo.

Il cimitero

Ph. Ivan Baracco

Nel 1615 la famiglia Consigli donò alla confraternita della Misericordia (Gemilut Hasadim) due cimiteri. Il primo di proprietà, ereditato dagli avi e il secondo acquistato ad ampliamento del primo, in cambio di alcuni diritti sugli stessi. Il Morpurgo accenna ad un cimitero ebraico, che si trovava fuori Porta Arquà, in una località disabitata di nome Pestrina, considerandolo come il più antico. Lo Shulvass, sulla base della donazione della confraternita della Misericordia, corregge questo dato, evincendo dal documento che il cimitero ebraico antico risaliva al XV secolo. Il nuovo cimitero risultava risalire al 1600. Nel XVIII secolo figurava un altro cimitero, ubicato presso Porta S. Francesco, dove agli inizi del ‘900 ancora si trovavano diverse lapidi settecentesche in buono stato di conservazione. A Rovigo sono presenti due cimiteri ebraici. Il più antico si trova in via Mure Soccorso, vicino alla Chiesa di Santa Maria del Soccorso, detta “la Rotonda”, risalente al XVI secolo. Con almeno tre strati di tombe, sono ancora visibili delle lapidi funerarie. Il muro esterno, fatto di mattoni, riporta un candelabro a sette braccia.
La recinzione del cimitero ebraico fu realizzata con materiale di recupero dalla demolizione delle antiche mura.

  • Acta Concordium, n°4 – Supplemento a “Concordi” – n.3 – 2007
  • Elisabetta Traniello PRESENZE EBRAICHE NEL POLESINE DI ROVIGO NEL XV SECOLO
L’eredità ebraica a Rovigo ultima modifica: 2019-02-15T12:28:08+01:00 da Marco Bardelle

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