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Francesco Saverio Bartoli – Il primo studioso di Rovigo

Francesco bartoli il primo grande storico della città di Rovigo

Il primo studioso del patrimonio artistico della città di Rovigo non è un rodigino. E nemmeno polesano. E neanche un vero e proprio addetto ai lavori. Si tratta, infatti, del bolognese Francesco Saverio Bartoli, di professione attore ed autore drammatico. Uno degli storici della commedia italiana e, a tempo perso, erudito ed appassionato di opere d’arte. Stabilitosi a Rovigo del tutto casualmente. Nasce nel 1745 da una famiglia povera e dopo l’infanzia, divisa tra l’attività di garzone di un intagliatore di legno e poi di un libraio, scopre presto il teatro. Intorno ai vent’anni debutta sul palcoscenico per poi aggregarsi ad una filodrammatica, facendosi notare nel ruolo dell’innamorato. Nel 1768 entra a far parte della compagnia di Pietro Rossi, prima in qualità di poeta di compagnia e poi di giovane innamorato. Recita, in questo modo, nei maggiori centri italiani.

Mentre era in tour con il teatro, conosce e si innamora della giovane attrice veronese Teodora Ricci, che sposa alla fine del 1769. Diventerà la vera croce di tutta la sua vita. Dotata di una bellezza insolita e di una beata leggiadria essa si rivela ambiziosa, capricciosa, superficiale ed egoista. Sfrenata in tutti i suoi appetiti, la Ricci trascorre gli anni della giovinezza a cambiare amanti con frequenza, riservando al Bartoli umiliazioni di ogni genere. Scrive Carlo Gozzi : “la Ricci aveva un marito, una buona persona, che prima di fare il comico aveva fatto il librajo. Quell’arte aveva lasciato in lui una specie di fanatismo letterario. Leggeva tutto il giorno e tutta la notte e scriveva grossi volumi da portare alle stampe. La sua indefessa, faticosissima sterile applicazione, lo alienava dalle cure domestiche, delle quali lasciava il peso e la direzione alla moglie“.

Francesco Bartoli, il ritiro a Rovigo

I due coniugi avevano anche due figli, e passano, nel 1771 con la compagnia del celebre Antonio Sacco che, ben presto, diviene l’amante di Teodora Ricci. Viene comunque presto sostituito dallo scrittore Carlo Gozzi e poi da altri ancora. Questi personaggi procurano a Francesco Bartoli scherno e disprezzo per diverso tempo, inducendolo a chiudersi sempre più in se stesso ed a dedicarsi, con maggior foga, ai suoi studi. In quegli anni, oltre a svariati lavori teatrali, scrive una guida sull’antica Bergamo (1774) e poi i primi due volumi di un’opera dedicata alle “Notizie delle pitture, sculture, architetture di tutte le più rinomate città d’Italia“. Non la porterà a compimento ma per quel che è dato sapere si trattava di un lavoro estremamente interessante. Nel 1777, con la moglie trasferita a Parigi, Bartoli lascia definitivamente la compagnia teatrale di Sacco e si ritira a Rovigo.

Egli si trovava, presumibilmente, in città, per essere stato invitato dal conte Girolamo Silvestri che voleva un libraio in loco. L’opera più interessante di Francesco Bartoli risale al 1782 e si tratta delle “Notizie istoriche dei comici italiani“, primo inventario del mondo teatrale. A Rovigo, secondo Antonio Romagnolo, Bartoli “inizia anche ad aspettare il ritorno della moglie, che ormai calca il palcoscenico con esiti incerti“. Egli vive più che dignitosamente grazie ai guadagni della bottega di via Cavour e mantiene il figlio Giacinto e la figlia Isabella. Recupera tranquillità interiore nel capoluogo Polesano e nel frattempo inizia una ricognizione delle opere d’arte presenti in città. Esse confluiranno, nel 1793, ne “Le pitture sculture ed architetture della città di Rovigo“. Opera fondamentale, anche perchè inventaria molte opere che oggi sono scomparse e che sono opportunamente descritte e situate. Morirà a Rovigo, in quella che è ormai la sua seconda casa, nel 1806.

Fonte: Sergio Garbato, Dove finisce il fiume. Foto: European Collection, Picryl, Amazon.

Francesco Saverio Bartoli – Il primo studioso di Rovigo ultima modifica: 2019-07-24T11:44:03+02:00 da Alessandro Effe

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