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Un tour per i Forti Austriaci. Rovigo linea di confine

5e0e2c5fd55fd 5e0e2c5fd5601800px Santa Caterina, Vergine E Martire (3) (roverdicrè).jpg

La città di Rovigo ha subito, durante la sua storia, alcune importanti dominazioni. Quelle più durature nel tempo sono state senza dubbio le Estensi e le Veneziane. Sotto i due domini, oltretutto, si svilupparono opere che sono tutt’ora vanto della città. Per non parlare delle tradizioni. Risale infatti al 1482, in epoca di dominazione Veneziana, l’inizio di quella che è una tradizione che dura ancora oggi. La fiera di Ottobre. Inutile dire che è solo una delle tradizioni di periodi storici che caratterizzarono la città anche sotto il profilo urbanistico ed architettonico. Successivamente a queste due importanti (e lunghe) dominazioni, vi è stato l’arrivo dei francesi, che causò importanti soppressioni ad alcuni istituti religiosi.

Un tour per i forti austriaci

A soppiantare i francesi arrivarono gli austriaci. E proprio sotto il loro dominio si combatteranno le ultime battaglie che lasceranno il passo all’annessione di Rovigo e del Polesine al Regno d’Italia. Nel mezzo tante battaglie, ed un momento in cui Rovigo divenne linea di confine. Tra il 1862 ed il 1863, infatti, i progettisti austriaci decisero di costruire quattro forti in preparazione della guerra. Ed è proprio in ognuno di questi luoghi, frazioni cittadine del capoluogo, che vi invitiamo a compiere un piccolo tour nel proprio paese per scoprire le bellezze che contengono (dei forti, ovviamente, non vi è più traccia). Boara Polesine, Sarzano, Roverdicrè, Borsea. In ognuno di questi luoghi, infatti, sorgeva un forte difensivo (con una struttura simile ad un Tumfort).

Di Boara Polesine abbiamo avuto modo di parlare grazie all’articolo scritto dal nostro Lorenzo Rizzato. Le prime notizie di questa comunità risalgono al XII secolo con un insediamento composto da costruzioni in legno. Da visitare, senza dubbio, la chiesa di San Zenone, risalente al 1763. Inizialmente era priva di campanile che venne costruito nel 1776. Al suo interno alcune opere di ottimo pregio. Ad esempio la pala d’altare Vergine della Cintura fra i santi Zenone e Agostino, opera dell’artista polesano Mattia Bortoloni. Al suo interno anche un antichissimo organo a canne, costruito dal Callido e risalente al 1780.

Borsea, Roverdicrè e Sarzano

Anche a Borsea vi è una chiesa di San Zenone, risalente però alla fine del 1700. Al suo interno si trovano dipinti di varia fattura e due vetrate dell’artista di Ostellato Antonio Maria Nardi. Il forte costruito in questa frazione conteneva come armamenti trentadue cannoni postati su due livelli con una guarnigione formata da oltre 150 soldati. A Roverdicrè vi è la bella chiesa di Santa Caterina vergine e martire e si trova anche la sede del Planetario Civico di Rovigo, gestito dal gruppo Astrofili Polesani. Sarzano conta circa 1800 abitanti e fino al 1927 ha fatto parte del comune Buso-Sarzano.

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Da visitare, indubbiamente, la chiesa di Santa Margherita. Di questo edificio religioso si attesta la presenza già dal XIV. Nel 1604 però la chiesa viene descritta in pessime condizioni. Viene quindi restaurata e dotata di nuovi altari. Nel 1864 però, durante la ritirata dell’esercito austriaco, la chiesa viene completamente rasa al suolo in quanto impediva la visuale. Neanche in questa frazione rimangono tracce del forte, esso venne distrutto e i suoi materiali utilizzati dalla cittadinanza per altre costruzioni.

Fonte: Wikipedia. Foto di copertina: Threecharlie [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)]

Un tour per i Forti Austriaci. Rovigo linea di confine ultima modifica: 2020-01-02T18:31:55+01:00 da Alessandro Effe

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