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Un giro in bici per tornare a scoprire il Polesine

450px Torre Di Villa Morosini (lusia)

Il peggio sembra essere passato“. Così cantava Sergio Caputo in uno dei suoi brani più celebri “Sabato Italiano“. E se è vero che ancora c’è molto da lavorare è anche vero che, finalmente, qualche barriera inizia a cadere. Ricordiamo infatti che da lunedì scorso, in Veneto, secondo un decreto regionale, non è più obbligatorio portare la mascherina all’aperto. Ricordiamo però che, per tale indumento protettivo, resta l’obbligo di portarlo sempre con noi. Infatti, nei luoghi al chiuso e dove non sia possibile garantire la distanza di sicurezza tra non conviventi, resta obbligatorio indossarla. Altra barriera che cade è quella dei guanti che non sono più obbligatori per clienti ed esercenti nei negozi. Ecco allora che, con il tempo più clemente, si può iniziare a guardare al futuro con molto più ottimismo. Senza mai dimenticare che il paese è ancora in uno stato di emergenza e che tutti gli sforzi che sono stati fatti non devono essere vanificati.

Un giro in bici

Ecco allora che si può tornare a pensare alle uscite in bici per scoprire o semplicemente godersi, Rovigo ed il nostro Polesine. Oggi vi presentiamo un piccolo percorso non troppo impegnativo in termini di fatica fisica. Dove occorre però prestare attenzione ai tratti da percorrere sullo sterrato. Sono circa 12 chilometri e si costeggia l’Adige. Si pedala fino ad imboccare la pista ciclabile di Piazzale di Vittorio e si procede verso la stazione ferroviaria. Da qui si segue per la ciclabile dedicata alla Lubich e che affianca, da una parte la ferrovia, dall’altra l’area del Censer, fino a giungere sull’argine. Se è una bella giornata di sole ci potremo godere gli splendidi riflessi del sole sul grande letto del fiume.

Oltre agli argini ed al fiume, a far bella mostra di se, la campagna polesana. Procediamo verso sinistra. Ecco, ora possiamo davvero godere dei profumi intorno a noi e del canto ininterrotto degli uccelli. A metà del percorso potremo fare una piccola pausa nell’Oasi del WWF di Bojo della Ferriana. Ne abbiamo già parlato in uno dei nostri articoli. Questa è è grande circa 7 ettari e al suo interno vi è la presenza di un fontanazzo ovvero una risorgiva che fuoriesce ovviamente dove il terreno diventa impermeabile. La fauna locale è varia: germano reale, migliarino di palude, sparvino euroasiatico, tuffetto comune, usignolo di fiume, gallinella d’acqua, il martin pescatore, l’airone cenerino, il tarabusino e tanti altri! Sono presenti anche rettili come la tartaruga di terra e anfibi come il tritone crestato ma soprattutto la rana di Lataste. Un territorio, insomma, dove l’acqua la fa da padrone.

Verso Torre Morosini

Dopo la nostra meritata pausa nella natura possiamo riprendere con la nostra pedalata. Ci dirigiamo verso Lusia e la nostra meta è il parco delle Rimembranze. Un piccolo parco creato in memoria delle vittime del bombardamento subito durante la Seconda Guerra Mondiale. Da qui è possibile apprezzare uno dei più importanti monumenti storici che si trovano in Polesine: Torre Morosini. Anche di questo monumento abbiamo avuto modo, in passato di parlare. Una Torre pendente e merlata di ben 22 metri è il reperto storico più antico di Lusia. Si trova a ridosso dell’Adige. Completamente in muratura, presenta una base piramidale. Una scala interna a chiocciola di marmo composta da ben 128 scalini, permette di percorrere ben tre piani, prima di giungere alla sua sommità.

Foto di copertina: Threecharlie / CC BY-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)

Un giro in bici per tornare a scoprire il Polesine ultima modifica: 2020-06-05T17:08:25+02:00 da Alessandro Effe

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