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Il Palazzo della Gran Guardia, la caserma in piazza

Palazzo della Gran Guardia Rovigo

A turbare l’assetto veneto di Piazza Vittorio Emanuele II ci pensa, a metà dell’Ottocento, la costruzione di una sorta di caserma che doveva ospitare il corpo di guardia Austriaco. Esso, fino a quel momento, risultava avere sede nel salone della Loggia degli Incanti che era stata adattata allo scopo. Fra i memorialisti ottocenteschi, soltanto Saturno De Scotti (al secolo Secondo Sturatti), per quanto si sà, ricorda, nella sua dimenticata Rodigeide i soldati austriaci che escono orgogliosi e tracotanti nelle loro bianche divise dalla caserma. Che, ricordiamo, è stata edificata in maniera di certo arrogante a spese pubbliche in un angolo di Piazza Maggiore. De Scotti, è giusto sottolineare, sfoggiava le sue attitudini letterarie sul Corriere del Polesine che tenne a battesimo la pubblicazione (in fascicolo) dell’opera sopra menzionata.

Il Palazzo della Gran Guardia

Dopo la cacciata dell’occupante, sul palazzo della Gran Guardia apparvero una sequela di emblemi militari in pietra. Essi continuavano a dare alla tranquilla Rovigo una inopportuna aria da guerriera. Come prima cosa, quindi, viene effettuata la sostituzione dell’odiata aquila asburgica a favore del tricolore Sabaudo. Per il progetto ci si rivolge ad un ingegnere di sicuro nome come in veneziano Giovanni Battista Meduna. Egli, nel 1846, si era già occupato della ristrutturazione del teatro Fidora ad Adria. Oltre a questo avrebbe in seguito eseguito più di un bozzetto per la redistribuzione (poi non realizzata) dei palchi ed il rifacimento del soffitto del Teatro Sociale.

Il corpo di guardia militare (o Palazzo della Gran Guardia) viene dunque edificato tra il 1853 e la fine dell’anno successivo. Da allora si staglia sulla piazza con le sue cinque arcate e i sei pilastri sormontati da elmi e armature e scudi. Questo nonostante il portico, nel giro degli anni è diventato sede delle memorie patrie con il monumento a Domenico Angeli e quello a Domenico Piva, scolpito dal padovano Natale Sanavio. Per non parlare delle lapidi con l’elenco dei carbonari e dei garibaldini del Polesine. E’ mutato, invece, l’interno. Più volte riqualificato a seconda delle esigenze del momento.

Il riuso

Vi si insediano dapprima gli uffici della Leva Militare, poi un Museo del Risorgimento Polesano (oggi a Lendinara). E poi ancora l’Università Popolare che lascia il posto successivamente alla Casa del Soldato ed al Dopolavoro Provinciale e all’Ente Nazionale Assistenza Lavoratori. Nel 1917 è posto, nell’odierna via Battisti, un bassorilievo dedicato all’omonimo patriota, realizzato dallo scultore rodigino Virgilio Milani. Gli ultimi interventi riguardano la sala che, per la sua ampiezza, è utilizzata molto di frequente.

Il Palazzo della Gran Guardia, la caserma in piazza ultima modifica: 2020-01-08T18:19:57+01:00 da Alessandro Effe

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