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L’ultima parte della dominazione veneziana

Palazzo Venezze, ristrutturato durante l'Ultima parte della dominazione veneziana

Abbiamo avuto modo di vedere, nella terza parte del nostro racconto, di come, in città, agli inizi del 1600 viene edificato il Ghetto Ebraico. Esso risulta caratterizzato da edifici alti 4 o 5 piani che, per la città, rappresentano qualcosa di assolutamente eccezionale dal punto di vista architettonico. Infatti, tutta l’edilizia cittadina era caratterizzata da abitazioni con al massimo due piani. Al Ghetto, si accedeva da via X Luglio, attraverso una doppia porta munita di cancelli di ferro. In questa ultima carrellata andremo a raccontare l’ultima parte della dominazione veneziana, la fine di un lunghissimo periodo storico di cui, ancora oggi, la città porta memoria.

La Rotonda ed il Duomo

La costruzione del campanile della Rotonda (su disegno del Longhena) e la ricostruzione del Duomo si annoverano come le iniziative più qualificanti del XVII secolo. Tuttavia, la lentezza con cui procedevano entrambe i lavori, dava il metro della difficoltà economica della città. Oltre a questi due monumenti ben poco altro può essere attribuito a quel secolo se si esclude la Porta Sant’Agostino e quella del Portello (a sud ed a nord) sicuramente realizzate prima del 1629. Oltre a queste opere, citiamo come degna di menzione, anche l’ampliamento del convento di San Bortolo nel 1675.

Porta sant'Agostino, costruita nell'Ultima parte della dominazione veneziana 1

Lo slancio espresso nella seconda metà del secolo precedente pare essersi spento e, a riprova, basta ricordare che alla morte di Alessandro Campo (figlio di Gaspare), anche l’Accademia dei Concordi smette di funzionare. Vi è indubbiamente una spiegazione ed è da ricercare nelle numerose inondazioni dell’Adige. Dal 1673 al 1689 si contano almeno 11 disastrose rotte in Polesine. Per sistemare queste calamità in alcuni casi, si dovette far riferimento alle casse del Monte di Pietà, a riprova che le disponibilità economiche della città erano praticamente nulle.

I teatri e la timida ripresa di fine ‘600

La fine del secolo vede finalmente una timida ripresa nella vita cittadina. In essa si radica la moda del melodramma ed il primo documentato a Rovigo è del 1683. Nel 1694 si assiste alla costruzione del primo stabile, ad opera di Celio Campagnella, nei pressi del Duomo (dove vi era l’ex cinema Corso). Qualche tempo dopo sorge un secondo teatro, più grande, di fronte al convento delle Agostiniane, sull’attuale via Mazzini. In breve tempo si stabilisce la consuetudine di tre stagioni di opera all’anno, la più importante delle quali ricade nel periodo della fiera.

Palazzo Angeli, costruito durante l'Ultima parte della dominazione veneziana

Nel 1697 riparte l’Accademia dei Concordi per merito di Casalini e Silvestri. Una ripresa un po’ rallentata perchè, in realtà, solo nel 1734 l’attività riprende con vigore in maniera definitiva. Nel XVIII secolo si manifesta in città una attività edilizia vivace. La popolazione, al censimento del 1785 risulta essere di 5000 persone, 2000 persone in più del secolo precedente dando vita al rinnovo ed alla costruzione di nuove residenze nobiliari. Possiamo nominare, come esempio, Palazzo Selvadego, Palazzo Venezze e Palazzo Redetti, Palazzo Angeli e Palazzo Oroboni.

L’edilizia religiosa e una nuova vivacità culturale

Anche in ambito religioso si assiste a numerosi interventi di rinnovi e nuove costruzioni. Si completa il Duomo, si ammoderna il vecchio seminario, si restaura la Loggia dei Notari. E poi, si completa il campanile della Rotonda e si costruisce il seminario nuovo sull’area dell’ex convento agostiniano. L’Accademia dei Concordi commissiona una serie di quadri aventi a soggetto personaggi benemeriti nella cultura locale. Ci si affida a nomi del calibro di Tiepolo, Piazzetta, Longhi, ecc.. Una attestazione del prestigio dell’Accademia si ha nel 1768 quando il Senato Veneziano le affida l’incarico di studiare i progetti di sviluppo dell’agricoltura locale.

Nel XVIII secolo, il governo veneto deve far fronte ad enormi problemi economici senza poter contare sulla coscienza civile che lo aveva fin lì sostenuto. Riscontra molteplici difficoltà nel reperire il denaro dai nobili ed inizia a cercarli nella Chiesa. Nel 1772 decreta la soppressione dei conventi di minore entità ed incamera i benefici economici derivanti. In Polesine, tuttavia, questo provvedimento ha conseguenze modesta visto che la chiesa possedeva deve sopprimere solo quelli degli Agostiniani e dei Gerolamini.

I francesi

Nel 1796 arriva la guerra, ed il teatro dei combattimenti si sposta fino ai confini del territorio veneto. La reazione della Repubblica Serenissima è insignificante. A luglio pattuglie francesi controllano già i passi sull’Adige fra il Polesine ed il Padovano. Alcune truppe si accampano fuori Rovigo e gli ufficiali trovano alloggio a Palazzo Venezze. La situazione è ormai segnata e Napoleone, con un pretesto, invade il Veneto. L’11 maggio del 1797 Giambattista Rusca entra a Rovigo e arresta il podestà Nicolò Venier. Il giorno dopo vengono abbattute e cancellate le insegne della Repubblica ed eretto in piazza l’Albero della Libertà.

Fonte: Rovigo, ritratto di una città. Foto: Conservatorio Rovigo,

L’ultima parte della dominazione veneziana ultima modifica: 2019-06-06T11:49:39+02:00 da Alessandro Effe

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