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Le frittelle di pane, il riuso ai tempi della quarantena

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Oggi è il secondo lunedì da quando è stato emanato il decreto del consiglio dei ministri che obbliga tutt’Italia all’isolamento sociale. La grave pandemia dovuta al COVID-19, da tutti chiamato Coronavirus, obbliga infatti tutti i cittadini (fatte salve le eccezioni) a non uscire di casa ed a mantenere tutti i comportamenti necessari per la salute propria e degli altri. In questo momento di incertezza, infatti, in cui una cura certa ancora non è all’orizzonte, l’unico rimedio sicuro è il distanziamento sociale. E allora ecco che, forzatamente chiusi in casa, la cucina è senza dubbio uno dei passatemi più sfiziosi in assoluto. Oltretutto, essendo consigliato fare la spesa solo una volta a settimana per nucleo familiare, ecco che la cucina del riciclo diventa importantissima per razionare i pasti in maniera intelligente.

La cucina del riuso

In Polesine, lo spiccato lato agricolo, viene fuori anche nella cosiddetta cucina del riuso. I nostri nonni e le nostre nonne, abituate ai cicli dei campi, delle stagioni e della natura, facevano del riuso una vera e propria arte culinaria. Soprattutto con quelli che erano gli alimenti che più si prestavano a questo utilizzo. La verdura, la polenta, il pane. Della polenta abbiamo parlato a più riprese perchè, come per la carbonara a Roma (e nel Lazio in generale), rappresenta il Polesine ed il Veneto in generale quasi quanto un monumento. Essa ha rappresentato per molto tempo, tra l’altro, elemento principe (unico talvolta) di nutrimento soprattutto per le classi meno abbienti. In questo ultimo caso, il consumo unico ed eccessivo di quell’alimento ha portato ai gravi casi di pellagra che sono diventati per molto tempo piaganti per la popolazione.

Con la polenta, oltre a gustarla per accompagnare carne, pesce e verdura, si possono pensare tante cose sfiziose. Noi, da queste colonne, abbiamo parlato della pinza di polenta che si può gustare sia nella versione dolce che salata. Altro elemento culinario che caratterizza il Polesine è il pane, che è tradizione un po’ ovunque. La ricetta che stiamo per presentare lo prevede come elemento principe ed è d’obbligo il riciclo. Non dovremo utilizzare pane fresco ma quello avanzato, proprio come facevano (o fanno) i nostri nonni. Ritroveremo sapori unici che credevamo dimenticati.

Le frittelle di pane

Di seguito gli ingredienti che servono più o meno per 4 persone.

Ingredienti:

500 gr. di pane raffermo di qualunque tipo;
150 gr. di latte;
150 gr. di zucchero;
100 gr. di farina;
60 gr. di pangrattato;
60 gr. di burro;
3 uova
1 scorza d’arancia
1 scorza di limone
1 bustina di vanillina zucchero a velo
olio per friggere cannella, uvetta o mela o pera

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Come prima cosa spezzettiamo il nostro pane raffermo. Poi immergiamolo nel latte tiepido. Servirà a farlo ammorbidire. Basterà un’ora. Sbattiamo a parte le uova e nel caso in cui decidessimo di utilizzare l’uvetta, dovremmo porla ad ammorbidire in acqua calda per una mezz’oretta. Aggiungiamo, nella stessa ciotola, zucchero, uova sbattute e, a scelta, l’uvetta o i pezzi di frutta. Uniremo anche la cannella, la farina, il pan grattato ed il burro fuso. Mescoliamo bene e poi aiutandoci con dei cucchiai (o con le mani) formeremo delle palline che immergeremo nell’olio caldo. Raccomandiamo di immergere le palline solo quando saremo certi che l’olio abbia raggiunto la giusta temperatura in modo da lasciarle qualche minuto a prendere un bel colore dorato. Le tireremo fuori adagiandole sulla carta assorbente e le cospargeremo di zucchero a velo e di una spruzzata di cannella. Buon appetito!

Le frittelle di pane, il riuso ai tempi della quarantena ultima modifica: 2020-03-16T09:23:05+01:00 da Alessandro Effe

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