Tra le tantissime prelibatezze del Delta, vi è ovviamente il pesce. Una varietà importante che ha contribuito poi, nel tempo, a far nascere un distretto produttivo che è fiore all’occhiello di tutto il Polesine. Inoltre siamo ancora trasportati dai calori estivi e, come sostengo, non vi è nulla di meglio di un bel pranzo o di una bella cena con il pesce come protagonista. Ecco che allora vi accompagniamo alla scoperta di un pesce molto rinomato : l’orata. Potrete trovare, come in molti altri casi, una gustosa e relativamente semplice ricetta per gustare un ottimo pesce in compagnia. Magari dopo un bel primo piatto, tra i tanti da noi proposti.
Orata del Parco del Delta
L’orata è un pesce di origine marina che vive nelle zone costiere. Gli avanotti (i piccoli nati dei pesci), a primavera, penetrano, divenendo predatrice, nelle acque salmastre del Parco, nelle lagune, nelle valli, allo sbocco dei fiumi. E’ in questi luoghi che le orate vivono bene e riescono ad accrescersi. Il colore del dorso è grigio azzurro mentre i fianchi sono argentei. La testa si presenta più scura del resto del corpo. In mezzo agli occhi è presente una corona costituita da una banda nera e una dorata o gialla. E’ proprio quest’ultima caratteristica che è tratto distintivo (anche a livello visivo) rispetto al sarago con cui facilmente si confonde. Possiede una forte dentatura ed è munita di due ordini di spine che però sono agevolmente eliminabili. Ai lati il corpo si presenta complesso e le scaglie sono piccole.
Può raggiungere il mezzo metro di lunghezza ed arrivare a pesare alcuni chili. E’ un pesce predatore e si nutre di molluschi, crostacei, molluschi bivalvi e di mitili, ai quali frantumano i gusci. Da piccoli si nutrono di plancton. Il maschio dell’orata è maturo al secondo anno di vita, quando raggiunge la lunghezza di circa venticinque centimetri mentre le femmine rappresentano gli esemplari più grandi. L’orata è oggetto di allevamenti variamente impostati con risultati molto apprezzabili per minori componenti grasse dovute all’utilizzo di mangimi artificiali. Risultano comunque significativamente inferiori all’orata selvatica pescata nelle acque del Parco.
Orata al forno
Le preparazioni in cucina sono tante: al cartoccio, al sale, all’acqua pazza, al forno. La regola principe per l’orata al forno è semplice, essere certi che il pesce sia fresco. Accertata questa cosa, il resto è decisamente in discesa. Di seguito trovate gli ingredienti per 4 persone, odori e condimento, come sempre, sono a vostra discrezione:
– 4 orate;
– 1 limone;
– 1 bicchiere di vino bianco;
– qualche ciuffetto di prezzemolo;
– 2 rametti di timo;
– sale e pepe q.b..
Pulite le orate ed eliminate le interiore. Poi, con l’aiuto di forbici e coltello, passate alle squame ed alle pinne. Pulite i pesci sotto l’acqua corrente e fare sgocciolare per qualche minuto. Intanto ungete con un filo d’olio una pirofila dove disporrete le orate senza farle accavallare. Tagliate a fettine sottili il limone ed inerite una fetta nella fessura posta sulla pancia di ciascun pesce. Tritate finemente il timo e cospargetelo sul ventre e sui lati delle orate, salate a piacimento. Bagnate le orate col vino e lasciate cuocere per circa 40 minuti (ma potrebbe essere qualche minuto in meno perchè dipende dalla dimensione delle orate). Bisognerà comunque girarle a metà cottura. Tiratela fuori dal forno e lasciate riposare. Gustatela tiepida. Consigliamo di abbinare un Prosecco dei Colli Euganei.
Fonte: La cucina del Parco del Delta. Foto: Lospicchiodaglio, laterradipuglia.